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Jesi, l’Informagiovani e il mondo del lavoro oggi

Come sono cambiate le richieste di lavoro e chi sono, oggi, le persone che chiedono aiuto allo sportello di Largo Salvatore Allende? L'intervista a Giulia Bellagamba fotografa una realtà inaspettata

Giulia Bellagamba dell'Informagiovani di Jesi
Giulia Bellagamba dell'Informagiovani di Jesi

JESI – Compie vent’anni l’Informagiovani di Largo Salvatore Allende. Nato nel 1998, lo sportello offre un servizio gratuito ai giovani tra i 14 e i 30 anni alla ricerca di un impiego o di un aiuto a scrivere il curriculum, indicazioni per svolgere un’attività all’estero. Negli ultimi anni però, sono cambiate offerte e richieste di lavoro. Ne abbiamo parlato con l’operatrice Giulia Bellagamba.

Chi sono gli utenti dello sportello e come sono cambiati nel corso degli anni?
«Ad oggi più della metà delle persone che frequentano lo sportello sono over 30: tantissime persone da ricollocare. L’Informagiovani in realtà dovrebbe occuparsi di una fascia di età più giovane ma le richieste vengono da queste persone. L’aiuto che cercano è pratico: sono persone che appena uscite da scuola erano state chiamate a lavorare, con il tempo le ditte hanno chiuso e queste persone si trovano oltreché senza lavoro, a dover redigere un curriculum senza sapere cosa scrivere. Utenti che sono analfabeti dal punto di vista informatico e che quindi non possono muoversi da soli».

informagiovani jesi
Le domande più frequenti all’Informagiovani di Jesi

Si tratta di situazioni di grave disagio?
«Sì, anche. Persone che non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena, persone che non hanno dovuto cercare un lavoro perché anni addietro il lavoro c’era appena finiti gli studi e anche stranieri che seppur parlano bene italiano hanno difficoltà quando la lingua richiede specificità in alcuni settori».

I giovanissimi cosa chiedono?
«Un fenomeno che non avevo mai visto verificarsi è l’abbandono scolastico dopo la scuola dell’obbligo: sono sempre di più i giovanissimi che non arrivano al diploma e che vengono a chiedere una occupazione. Non hanno una formazione in nessun campo, l’unico valore aggiunto è che sono giovani».

Cosa offre il mercato del lavoro per questa fascia?
«Tirocini. A bottega non si va più per una serie di motivi. L’aiuto che offriamo è di aiutarli a proporre un’autocandidatura nel settore di riferimento».

In generale, il mercato del lavoro cosa offre?
«Sono richiesti fresatori, saldatori, tornitori insomma operai specializzati. Ci sono delle richieste per ingegneri e per figure che seguono la contabilità ma queste richieste ci sono oggi, tra cinque anni non è detto che vi siano più. Molti lavori che esistono oggi anni fa non c’erano. In generale le offerte di lavoro sono calate».

Che tipo di richieste ci sono per l’Estero?
«Se fino a qualche anno fa si chiedevano informazioni per andare all’estero e fare un’esperienza, di lavoro o di volontariato, ora si cerca lavoro».

Anche l’Informagiovani ha partecipato al Mercato del Sapere, iniziativa messa in campo dal Comune di Jesi per far conoscere ai ragazzi il mondo del lavoro dopo il diploma. Che impressioni hai avuto?
«Iniziative come queste sono utili ma in ultima battuta: i ragazzi con cui parlo ogni giorno non hanno la minima idea di cosa vogliono fare “da grandi”, su questi aspetti invece c’è da lavorare. Il Mercato del Sapere offre delle opportunità di conoscenza ma a venire a chiedere informazioni con le idee chiare non c’è nessuno».

Spiegati meglio.
«Molti giovani cercano un lavoro, punto. Trovarlo partendo da idee poco chiare sulle proprie attitudini è più difficile. All’Informagiovani parlo con questi ragazzi che arrivano e non sanno cosa mettere sul curriculum, parlando insieme si scoprono interessi e attitudini sulle quali non avevano mai riflettuto. Vanno motivati, invece il messaggio che viene dall’estero è negativo e loro pensano di non avere nulla da offrire».