JESI – Armandì non c’è più. Uno dei “personaggi” più conosciuti della città è morto stamani all’ospedale Carlo Urbani, dove era ricoverato per alcune patologie.
Aveva 58 anni, Armando Matteucci, e un passato segnato da problemi di tossicodipendenza. Tutti lo conoscevano, a molti ha chiesto, almeno una volta, una sigaretta, un caffè o qualche spicciolo.
Amava passeggiare in centro storico, sedersi sotto le loggie, e conosceva praticamente tutti gli operatori commerciali della zona. In tanti scherzavano con lui, alcuni purtroppo approfittandosene.
«Ciao Armandí – scrive la consigliera comunale di Forza Italia, Silvia Gregori -, ora ci guarderai da lassù con Raul, Daniela (la Bindola) e Vanda che ci ha lasciato poco tempo fa. Buon viaggio!».
«E a poco tempo dalla scomparsa di Vanda – ricorda Alessandro Tesei, visual artist jesino – un altro pezzo di Jesi se ne va. Personaggi come Armandì sono il sale della comunità, quelli che alimentano le ciarle spensierate al bar (che spero ritorneranno presto), i protagonisti di aneddoti, coloro che ispirano detti e leggende locali. Il folclore esiste grazie a gente come Armando, grazie a chi è diverso, e per questo fuori dagli schemi e dalle regole dettate dalla società. Ed è sempre grazie a loro se ogni tanto possiamo smettere di pensare alla nostra routine e lasciarci andare ad un sorriso, o a un liberatorio vaffanculo. E te Armando me ne hai tirati fuori moltissimi, sia dei primi che dei secondi, con quel tuo fare lamentoso e simpatico, con quell’andatura pigra e svogliata, con quel tuo broncio da burbero buono, come quelli dei cartoni animati. Ed io ti ricorderò sempre come uno dei più grandi personaggi della mia città».