Jesi-Fabriano

Da Jesi a Mosca per vincere la Superbike: la Russia incorona Alex Polita

Il pilota jesino era stato contattato dalla Federazione Russa per gareggiare al campionato di Superbike, correndo su una Bmw S1000R

JESI – Il campione jesino di Superbike e del mondiale Stock1000 Alex Polita stravince il campionato di Superbike in Russia, disputato nei giorni scorsi su un circuito a 250 km da Mosca. Ed è facile correre con la mente al celebre film “Rocky IV” quando lo stallone italiano era volato nella fredda Unione Sovietica per incontrare il campione russo Ivan Drago in una sfida epica. Oggi Alex Polita ci ha fatto rivivere un po’ quelle emozioni, aspettando con ansia il risultato della gara. Il nostro, campione jesino di Superbike e del mondiale Stock 1000, pilota istrionico e determinato, è stato chiamato dalla Federazione Russa a gareggiare per la Superbike, su una Bmw S1000R.
Alex Polita è campione italiano Superbike e del Mondiale Stock 1000, si è affermato con successo nelle Road Racing con la partecipazione al pericolosissimo Tourist Trophy, al Manx GP, al Macao GP e a Imatra con podi e piazzamenti di rilievo nonostante non fosse uno specialista su strada. Già crossista di ottimo livello, Alex nella sua carriera non si è fatto mancare niente a partire dal British Superbike passando per il Mondiale Superbike e il Campionato Tedesco IDM. E poi si è prestato per ruoli da stuntman per pubblicità, video e servizi fotografici, è docente nei corsi più prestigiosi di Ducati ed MV Agusta e da sviluppatore con Pirelli ed STM Frizioni, due aziende leader assolute nei loro rispettivi settori. «Sono onorato di questa convocazione» aveva detto Polita alla vigilia della partenza per Mosca.

E sulla convocazione, ha spiegato: «ho famiglia e per scelta sono soprattutto uno sviluppatore e un tecnico ma rimango pilota dentro e quindi, quando degli amici russi che ho conosciuto in Superbike mi hanno chiesto se sarei stato disposto a portare un po’ della mia esperienza dalle loro parti per dare una mano al loro campionato, ho accettato».

Un italiano che vola in Russia in un momento politico delicato come questo può suscitare qualche perplessità…

«So che molti inizieranno a fare pensieri politici, anche considerando lo scenario mondiale attuale. Sinceramente inizialmente ho accettato solo per l’entusiasmo di imparare qualcosa e perché ero lusingato che mi ritenessero in grado di dare un contributo – spiega ancora – ho pensato anche alle aziende per cui lavoro e alle possibilità che potrebbero avere in un mercato in cui il motociclismo è in crescita come quello russo. Sono un professionista che impara, insegna, cerca di rendersi utile e lavora per mantenere la sua famiglia e crescere lavorativamente. Chi vede qualcosa di strano in un italiano che viene chiamato in Russia, ha qualcosa che non va…- conclude Alex – perché io sono un uomo di pace che sul casco ha messo spaghetti e mandolino».


E quei simboli di piena italianità sono stati oltre che un tratto distintivo anche un bel portafortuna per il nostro campione, che si è affermato sulla pista russa dominando sugli altri corridori – una ventina di piloti – fin dai primi momenti, mostrando competenza, professionalità e preparazione. Alex è riuscito nell’impresa titanica di salire sul gradino più alto del podio, affermandosi con un tempo di 28:51.356. «Avevo corso già su quella pista – racconta Polita – ci si correva il Mondiale fino al 2013, poi il tragico incidente del 21 luglio durante la gara del FIM World Supersport in cui perse la vita il pilota Andrea Antonelli (team Kawasaki). E’ un bel circuito. E’ stata una bellissima esperienza per me, mi sono davvero divertito».

Polita ha dominato sugli avversari in tutte le fasi del weekend di gara, dal primo turno di gare libere, qualifiche, super pole race e la gara, il warm up. Come è stata l’accoglienza russa? «Diciamo che contrariamente a quanto si pensi il popolo russo è tutt’altro che freddo e austero, sono stato accolto con grande calore ed entusiasmo. Penso che considerando il difficile momento politico, vedere un italiano che di buon grado accetta di andare a correre in Russia ha avuto certamente il suo peso. Poi io sono un uomo di pace che sul casco ha messo spaghetti e mandolino, ho portato in gara non solo la mia esperienza di pilota ma anche tutta la mia italianità e credo sia stata apprezzata». Dunque una valutazione positiva…e il futuro? «Assolutamente. La Russia è un Paese pieno di opportunità, anche se ho avuto modo di visitarlo poco, avendo un visto sportivo che mi ha lasciato poco spazio per fare il turista. E’ stata una gran bella esperienza e non sarà l’ultima esperienza, infatti è nato un bel ponte di collaborazione e credo che questo inverno tornerò. Incrociamo le dita».

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