JESI – Il presepe ha sempre quel suo fascino antico. La fedele ricostruzione della Natività, declinata poi in particolari scenari di vita dell’epoca, rievoca qualcosa di lontano ma tenero. Forse anche per questo ha avuto così tanto successo la “Mostra di presepi artistici” dei fratelli Gilberto e Mario Muscoloni, allestita lungo corso Matteotti 48.
Dal 16 dicembre scorso, ben 9.000 i visitatori – tra cui il sindaco Lorenzo Fiordelmondo e l’assessore alla Cultura Luca Brecciaroli – che hanno affollato i locali adiacenti al Liceo Classico, in un percorso variegato di piccole e grandi riproduzioni, ma tutte con tre denominatori comuni: l’amore, la pazienza e i materiali di riciclo. Sì perché i fratelli Gilberto e Mario Muscoloni hanno ricreato la nascita di Gesù nella mangiatoia accanto a Giuseppe e Maria, il bue e l’asinello, l’arrivo dei Re Magi, e poi la Betlemme dell’epoca, con i ruscelli e le modeste case basse, i pastori con le greggi, i personaggi più umili – dal vinaio al ramaio, gli artigiani, le lavandaie… – utilizzando materiali di scarto e di riciclo. Ed ecco che un grosso ramo diventa la roccia che costeggia la piccola Betlemme, vecchie cassette della frutta la stessa grotta della Natività, farina di cocco la neve che accarezza il giorno della Nascita, stecche di gelato che si fanno ponti e damigiane che diventano cielo stellato. C’è magia anche in questa trasformazione, da materiali poveri, di scarto, in una vera e propria rinascita creativa.
«Queste opere – fanno sapere Mario e Gilberto Muscoloni – sono realizzate tutte con materiale di scarto riciclato, vecchi ceppi di legno, vecchie cassette della frutta, damigiane, conchiglie, farina di cocco, stecche di gelato, ramoscelli di potatura… il tutto viene assemblato con tanta pazienza, manualità e fantasia. Dietro ogni opera, ci sono giorni e giorni di lavoro…». Ognuno dei 40 presepi è un pezzo unico e irripetibile. «Ogni lavoro è unico, visto il successo degli anni scorsi abbiamo deciso di ripetere la mostra presentando anche nuovi lavori fatti durante la pandemia». Ma cosa c’è davvero dietro queste piccole-grandi opere d’arte? «La costruzione di un presepe richiede tre cose – spiegano i fratelli Muscoloni – un grande amore per l’opera, un’instancabile fantasia e la continua pazienza. Il tutto riunito in un cuore credente. Perché la costruzione di un presepe non è un trastullo, non è un hobby, non è una perdita di tempo…viene dal profondo del cuore». Vale la pena fare una visita e lasciarsi ammaliare da questa magia. La mostra resta aperta anche oggi pomeriggio dalle 16 alle 20, è l’ultimo giorno: dunque, appuntamento imperdibile.