JESI – Risveglio domenicale da dimenticare per alcuni residenti del centro storico di Jesi, in particolare del Chiostro di Sant’Agostino che si trova vicino a molti dei locali notturni.
«Bottiglie, lattine, bicchieri, vetri rotti, vasi rovesciati, come da copione – la lamentela dei residenti – Il Chiostro Sant’Agostino è devastato. Volumi da discoteca nei locali, urla e schiamazzi fino a tarda notte: andare a dormire prima delle tre è praticamente impossibile». Il codice di autoregolamentazione della movida notturna non soddisfa chi vive in centro storico: «La situazione è diventata insostenibile: l’autoregolamentazione concessa ai locali prevede limiti di orario e di volume assurdi, non c’è nessuno che verifica il rispetto delle norme, e soprattutto non c’è nessun controllo da parte delle forze dell’ordine, dalle 20 in poi tutto è permesso». Ciò che più rammarica è l’assenza di progettualità: «Nessun cambiamento alle porte, all’amministrazione importa davvero ben poco dei residenti del centro. L’importante è vantarsi della No tax zone, e tutti contenti».
Criticità vengono segnalate anche dai residenti di altre zone del centro: «Qualche giorno fa ho incontrato un paio di coppie che vivono proprio nel centro storico – racconta uno jesino di San Pietro – Giovani entrambe e contente di aver scelto il centro della città per viverci anche, ultimamente, si sono molto ricredute. Non è più così pacifico e piacevole vivere al centro: le problematiche del trapasso della città da centro industriale e manifatturiero presentano molti lati incerti, ricchi di inconvenienti e di tensioni. E poi sarebbe proprio questa la risposta alla crisi lavorativa e al declino locale?».