Jesi-Fabriano

Jesi, la mozione: «Via la cittadinanza onoraria a Mussolini». L’Anpi: «La si attribuisca a Matteotti»

«Essere stato il più catastrofico dittatore della storia d'Italia non è certo titolo di merito per essere insigniti di una tale benemerenza in tempi di Repubblica» dice il consigliere Pd Antonio Balestra che ha preso l'iniziativa. Nel 1924 il conferimento venne imposto ai Comuni italiani

Antonio Balestra
Antonio Balestra

JESI – Via la cittadinanza onoraria conferita 101 anni fa a Benito Mussolini. «Centouno anni di troppo» argomenta il consigliere del Pd Antonio Balestra che ha depositato la mozione con cui chiedere la revoca. «Quasi 101 anni dopo e, quel che è peggio, 80 anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale – dice Balestra – è ben più che oltrepassato il tempo ragionevole per sanare una tale stortura. Una svista che in una città di ferma tradizione antifascista come Jesi non è possibile tollerare oltre. Essere stato il più catastrofico dittatore della storia d’Italia non è certo titolo di merito per essere insigniti di una tale benemerenza in tempi di Repubblica. Per questo, sulla base dell’art. 50 dello Statuto Comunale di Jesi, diamo seguito a questa mozione, che sarà discussa in tempo utile per far sì che il prossimo 25 Aprile sia la Liberazione anche da quest’ultima propaggine del regime».

La cittadinanza onoraria a Mussolini fu conferita anche a Jesi il 10 maggio 1924. Il fascismo era al governo da circa due anni e si avviava, nei mesi successivi, a compiere l’assassinio di Giacomo Matteotti e poi, a inizio 1925, a consolidare definitivamente la dittatura.

Nelle motivazioni della mozione, Balestra riporta: «Benito Mussolini non possiede i requisiti previsti dal nostro statuto, in quanto dittatore fascista giunto al potere attraverso la violenza politica e al più spregiudicato opportunismo, che ha soppresso ogni libertà democratica nel nostro paese, che ha condotto l’Italia in una avventura coloniale fatta di crimini di guerra e deportazione, poi nella guerra civile di Spagna a sostegno del golpe militare del generale Franco, che ha promulgato nel 1938 le Leggi Razziali; che ha infine schierato l’Italia a fianco della Germania nazista in una guerra con esiti catastrofici, causando la morte di milioni di persone e la distruzione dell’Europa intera. Per tutti questi motivi si impegnano il Sindaco e l’amministrazione comunale a presentare al prossimo consiglio la delibera di revoca della cittadinanza onoraria della città di Jesi a Benito Mussolini».

Condivide e aggiunge l’Anpi di Jesi: «L’ANPI di Jesi condivide pienamente l’iniziativa del consigliere Balestra e si augura che il Consiglio del Comune di Jesi, nel cui Statuto si affermano le radici democratiche ed antifasciste, revochi a cittadinanza onoraria a suo tempo concessa a Benito Mussolini e l’attribuisca, invece, a Giacomo Matteotti, a 100 anni dal suo feroce assassinio».

Ricorda l’Anpi: «A seguito delle elezioni del 1924, su direttive nazionali, viene imposto ai Comuni italiani di attribuire la cittadinanza onoraria a Mussolini. L’allora Sindaco ed in seguito podestà di Jesi, il monarchico Arturo Montagna, prontamente esegue. Non possiamo dimenticare che il 10 giugno del 1924, su mandato di Mussolini, veniva assassinato, dalla squadra fascista capeggiata da Amerigo Dumini, Giacomo Matteotti, che aveva contestato alla Camera i risultati delle elezioni politiche dell’aprile, denunciando le violenze, le illegalità e gli abusi commessi dai fascisti per riuscire a vincere. Nel discorso del 3 gennaio 1925 di fronte alla Camera dei deputati, Benito Mussolini si assunse pubblicamente la “responsabilità politica, morale e storica” del clima nel quale l’assassinio si era verificato».