JESI – Il museo Stupor Mundi è ufficialmente in mano al Comune. Con la firma di fronte al notaio Barbara Federici, è stata formalizzata ieri pomeriggio la donazione del “contenitore” multimediale dedicato a Federico II da parte della società che faceva capo all’ingegner Gennaro Pieralisi. Ma per il Pd «c’è poco da festeggiare».
Dal 1° novembre, intanto, sarà avviata una gestione transitoria in attesa della definizione, da parte del consiglio comunale, del nuovo modello di valorizzazione del museo stesso. Nelle intenzioni dell’amministrazione vi è la volontà di coinvolgere giovani con idee innovative per una gestione del museo multimediale la più efficace possibile e capace di richiamare un pubblico di visitatori costituito sia da studenti che da turisti italiani e stranieri.
«Non si può esultare alla notizia della firma dal notaio, purtroppo – commenta Emanuela Marguccio, consigliera comunale del Pd -. A tutt’oggi, infatti,non è stato ancora pensato e programmato un modello di gestione che possa supportare e rendere sostenibile la struttura di un museo con costi così elevati. Ben vengano “i giovani brillanti e capaci di costruire iniziative e progetti appetibili“, come auspicato dal sindaco, ma perché non sono stati cercati prima? Come mai – prosegue l’esponente di minoranza – l’amministrazione continua a dichiarare che bisogna puntare su di loro e non ha ancora incaricato nessuno, neanche per presentare idee? Manca una progettualità a monte e questo ci costringe ad arrancare e a rischiare che i prevedibili debiti prodotti dalla gestione del museo riducano ulteriormente l’offerta culturale della città, già in grave sofferenza».
Emanuela Marguccio ci tiene anche a ringraziare la fondazione Federico II Hohenstaufen e la sua direttrice Franca Tacconi «per il progetto presentato e premiato con un contributo regionale di 130mila euro. Restano però le preoccupazioni per il presente e il futuro del museo. Tale contributo, infatti, sarà vincolato a voci specifiche, visto che coinvolge i Comuni del cratere del sisma e non rappresenta certo la soluzione ai problemi di un museo multimediale che deve essere continuamente aggiornato, pubblicizzato, reso appetibile».
Il sindaco Bacci, sempre a detta del Pd, «vuole cogliere la sfida che presenta lo Stupor Mundi ed è consapevole di avere a disposizione tanti utili spazi culturali nati anche grazie ai finanziamenti regionali. Bisogna però ricordare che non basta possedere contenitori culturali nel nostro bel centro storico se manca una visione progettuale che metta in rete la nostra città con il territorio a livello non solo locale, ma anche nazionale e internazionale. Jesi città federiciana deve offrire non solo luoghi ma percorsi esperienziali e culturali, oltre che finanziamenti ottenuti da progetti anche europei, che le permettano di essere considerata una meta preziosa da vivere. Solo così si potrà evitare che anche il museo Stupor Mundi, dopo il teatro Moriconi, chiuda lasciando un altro doloroso vuoto in città».
«Ringrazio l’ing. Pieralisi – ha detto invece Bacci – che ha fortemente voluto questo museo per valorizzare appieno la figura dell’imperatore svevo. Adesso dovremo essere bravi a cogliere anche questa sfida che ci si presenta. In questi anni abbiamo riqualificato molti contenitori e spazi nel centro storico: penso alla Salara di Palazzo della Signoria, al Museo Archeologico, all’Istituto Marchigiano di Enagostronomia, ma anche a Piazza Colocci o alla prossima Piazza Pergolesi. Il museo Federico II Stupor Mundi è un ulteriore tassello che può servire, se ben organizzato, a richiamare turisti italiani e stranieri e a generare così occasioni di crescita per tutti. E su questo dobbiamo puntare con una gestione giovane, brillante, capace di costruire iniziative e progetti appetibili». Con l’accettazione della donazione, il Comune da un lato è subentrato nel contratto di locazione dell’immobile di proprietà della Fondazione Carisj e dall’altro è uscito definitivamente dalla Fondazione Federico II Stupor Mundi che era stata costituita proprio per la realizzazione del museo multimediale.