Jesi-Fabriano

Jesi, la nuova scuola Lorenzini bloccata dai ricorsi

La seconda azienda in graduatoria si è opposta all'esito del bando richiedendo la sospensiva dell'appalto. Il pronunciamento del giudice in merito all'istanza è previsto entro Natale. In consiglio comunale anche il futuro della fondazione Colocci

Scuola Lorenzini Jesi
La nuova scuola "Lorenzini" sorgerà in via Schweitzer

JESI – Appalto temporaneamente bloccato per la nuova scuola Lorenzini. La ditta classificatasi seconda al bando ha infatti presentato ricorso al Consiglio di Stato e il pronunciamento del giudice è atteso entro Natale. Il cantiere non può pertanto procedere fino a quando non vi sarà il via libera giudiziario. Che potrebbe anche non arrivare, però.

Tre anni, salvo appunto inghippi, per completare il nuovo edificio che accoglierà, in via Schweitzer, studenti, docenti e personale della media temporaneamente trasferita, dal 2014, nei locali dell’ex Seminario vescovile di via Lorenzo Lotto. Un appalto da poco meno di 4 milioni di euro, a copertura dei quali l’amministrazione comunale ha contratto un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti. Il progetto conta anche su un finanziamento ministeriale di 1,7 milioni di euro.

A segnalare il ricorso è stato il sindaco Massimo Bacci, oggi 26 novembre, in consiglio comunale. Lo aveva addirittura anticipato a bambini e ragazzi che, in rappresentanza degli Istituti Comprensivi della città, hanno partecipato alla seduta consiliare in occasione della Celebrazione dei 30 anni della “Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”. Gli alunni hanno chiesto alla politica un futuro più pulito, a partire dai parchi pubblici.

I bambini in consiglio comunale a Jesi

Si è parlato, quindi, della Fondazione Colocci. «Il disimpegno finanziario della Fondazione Carisj ha pesato moltissimo – evidenzia il sindaco Bacci -. L’interruzione del rapporto con l’università di Macerata, legato a esso, ha comportato un esborso notevole. Ci siamo accordati sulla cifra di 500 mila euro rispetto al milione di euro indicato nella convenzione. Possiamo dire che quel capitolo è pressoché chiuso. Eliminare le pendenze e ripulire una situazione complessa è stata fino a oggi la priorità, così da poter ripartire. Negli anni sono stati investiti circa 8, 9 milioni di euro per avere i corsi universitari a Jesi, sarebbe opportuno capire quale ricaduta concreta vi sia stata. Per una sede distaccata servono risorse significative che ora non siamo in grado di reperire. Sono gli stessi atenei, inoltre, a preferire l’accentramento delle attività. Ci siamo orientati sui master e sui corsi di formazione in modo da andare incontro all’economia del territorio e alle esigenze delle sue imprese».