JESI – Si chiama rete di mobilità d’emergenza e sarà la risposta al probabile aumento di traffico di settembre. L’amministrazione investe 60 mila euro per realizzare una zona sperimentale di tracciati a disposizione delle biciclette, che dovrà garantire la connessione tra i principali “poli generatori e attrattori di traffico” quali la stazione ferroviaria, i parcheggi d’interscambio, i centri commerciali, i poli produttivi e scolastici, l’ospedale.
Dallo studio di fattibilità tecnico-economica effettuato, sono state individuate alcune vie per la creazione di una cosiddetta “zona sperimentale”: via Gramsci, viale Verdi, via San Francesco, viale Papa XXIII, viale della Vittoria. «L’obbligo di rimanere a casa per molti cittadini ha comportato una riduzione del traffico automobilistico con conseguente riduzione dell’inquinamento atmosferico, del rumore e degli incidenti sulle strade – spiega la giunta Bacci -. La cessazione delle restrizioni alla mobilità ha causato un primo shock traffico a seguito della ripresa delle attività economiche e si prevede si verificherà un secondo shock più importante nel settembre 2020, alla riapertura delle scuole. E’ necessario quindi realizzare una serie di contromisure per mitigare gli effetti dello sbilanciamento dell’offerta di mobilità intervenendo in modo rapido, economico ed emergenziale sulla dimensione dello spazio pubblico per garantire a tutti i cittadini il diritto alla mobilità e all’efficienza, offrendo dei corridoi e una Rete di Mobilità d’Emergenza dedicati ai motocicli, biciclette e micromobilità. Questo permetterà di accrescere l’uso di questi mezzi anche per le medie percorrenze interne alla città e di liberare ulteriori spazi per riservarli all’uso esclusivo dei pedoni».
I tempi di attuazione del programma saranno brevi. Fra le strategie da adottare, evidenzia il Comune, «la riduzione delle corsie veicolari sovradimensionate che incentivano le alte velocità e il parcheggio in doppia fila, in modo da ricavare spazi per la micromobilità senza ridurre i flussi», «interventi di moderazione del traffico e di condivisione dello spazio della strada, sulle strade a carattere prevalentemente residenziale senza ricorrere alla realizzazione di corsie riservate, con l’istituzione di zone 30 o sensi unici», «la realizzazione di interventi veloci in fase di emergenza utilizzando in alternativa alla segnaletica orizzontale e verticale, ulteriori elementi quali dissuasori, transenne, new jersey, fioriere o altri elementi di arredo», «lo sviluppo della mobilità sostenibile promuovendo l’utilizzo di mezzi di mobilità individuale e a basso impatto ambientale come biciclette, monopattini, motoveicoli elettrici anche in modalità condivisa», «l’utilizzo degli eventuali contributi pubblici per incentivare la mobilità sostenibile», «la promozione dell’utilizzo di un’applicazione informatica che possa dare informazioni utili ad esempio sul traffico, sulla posizione delle postazioni di test medici (drive thru), dei centri di distribuzione alimentare di emergenza e delle chiusure stradali». E infine, «l’individuazione di modalità che permettano il distanziamento di sicurezza e l’uso di dispositivi di prevenzione alle fermate cittadine, attraverso, ad esempio, il posizionamento di cartellonista alle fermate relative ai comportamenti da adottare per limitare il contagio oppure la realizzazione di segnaletica orizzontale per regolare il distanziamento sociale, nonché l’attivazione di iniziative, di intesa con i concessionari di linea, al fine di consentire e favorire l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico da parte degli utenti».