JESI – Sarà intitolato a Betto Tesei lo spazio espositivo di palazzo Pianetti. Ci sarà inoltre un’area verde del centro storico dedicata a Mario Fioretti. E la via fittizia, quella utilizzata burocraticamente per la residenza dei senza fissa dimora, porterà presto il nome di Riccardo Borini. Sarà invece Adele Bei, sindacalista, una delle 21 donne elette nell’Assemblea Costituente, a dare il nome alla nuova strada che collega Via dei Colli al costruendo insediamento residenziale proprio sotto l’ospedale Carlo Urbani. Sono le proposte formulate da alcune associazioni e dalla giunta per ricordare tre concittadini che hanno dato tanto a Jesi. Qualche giorno fa è arrivato il via libera dall’Esecutivo guidato dal sindaco Massimo Bacci.
Betto Tesei – Spazio espositivo di Palazzo Pianetti
Benedetto Tesei, detto Betto, nacque a Jesi il 20 giugno 1898. Figlio di Aristide Tesei, che nel 1901 aveva acquistato Palazzo Pianetti, visse gran parte della sua vita nel complesso settecentesco più importante della città, fatto costruire dalla Famiglia Pianetti a partire dal 1748 su progetto dell’architetto e pittore Domenico Valeri. A Jesi condusse la sua infanzia, già vicina all’arte grazie alla passione trasmessagli dal padre, anche lui grande cultore della pratica artistica nonché pittore in prima persona. Giunto alla maturità, però, decise di coltivare la propria tecnica trasferendosi dapprima a Urbino, dove studiò presso l’Accademia di Belle Arti della città, e poi, appena ventenne, a Roma, dove nel 1926 istallò anche il suo studio in Via Forlì, prima, e poi definitivamente in via Vecchiarelli. La sopraggiunta morte del padre Aristide nel 1932, però, costrinse Betto a cambiare nuovamente vita, e ai tornare a Jesi, dove lo attendevano la gestione del palazzo e la cura della famiglia, oltre, naturalmente, alla possibilità di continuare la sua pratica artistica nel nuovo studio, posto in un angolo del palazzo nobile di proprietà. Un ritiro a vita privata, rallegrato anche dal matrimonio con Gianna Pagliarani nel 1934 e dalla nascita del figlio Francesco Candore, che coincide con una precisa scelta stilistica, dedicata alla valorizzazione degli oggetti della vita quotidiana, alla scoperta sempre nuova di ciò che ci circonda. Fu protagonista alla “93° Esposizione Giovane Arte Picena”, svoltasi a Roma nel 1926, alla “II Quadriennale di Roma” nel 1935 e alla “XXII Biennale di Venezia” nel 1949. Betto Tesei morì a Jesi il 22 maggio 1953. Numerose sue opere oggi si trovano oggi presso musei e collezioni private d’Italia, Svizzera, Svezia, Norvegia, Spagna e Stati Uniti.
Mario Fioretti – piazzetta ubicata all’incrocio tra via Rincrocca e vicolo delle Terme
Nato a Jesi il 31 marzo 1948, ha lavorato come tecnico alle officine delle Ferrovie dello Stato, ha svolto attività di volontariato presso l’Anteas, ha seguito la passione del calcio prima da sportivo e poi da arbitro, ha coltivato con passione l’ impegno politico e quello sindacale fino al giorno dell’improvviso decesso avvenuto il 21 gennaio 2017.
«Mario Fioretti – spiegano i proponenti, un gruppo di cittadini che ha organizzato la petizione per l’intitolazione – ha interpretato nel modo più semplice e naturale un senso profondo di comunità e di cura della tessitura civile e sociale, di cui ha saputo dare una vivida testimonianza in svariati settori della sua vita fino alla prematura scomparsa. La comunità, per Mario, di volta in volta, si definiva nell’ambiente di lavoro, nel centro storico, nel sindacato, nel volontariato, nell’impegno politico, in quello sportivo, attività, tutte, nelle quali non ha mai fatto mancare quel suo inconfondibile spirito di sorridente jesinità e di vasta, solidale, umanità scevra da qualunque categoria. Egli ha incarnato un modo di interpretare l’impegno sociale, politico e umano privo di protagonismo, di opportunismo, di settarismo, al contrario innervato di sincero interesse per gli altri, di spirito di positività, e in ultima analisi, di sconfinata fiducia nell’ uomo e nella parola, come strumento di coesione e di solidarietà. Mario, uomo normale e straordinario, uomo di parola e di sorriso, democratico nel modo più schietto ed insieme elevato del termine, con una latitudine di interessi e di “conoscenze” (“tutti conosceva e da tutti era conosciuto”) merita una memoria nella comunità jesina attraverso l’ intitolazione di uno spazio, proprio fra quegli amati vicoli del centro storico in cui più spesso si consumava il suo quotidiano impegno di connessione e di relazione fra le persone di ogni genere, anziani, bambini, giovani, adulti».
Riccardo Borini – via Fittizia (il luogo virtuale, in genere “Piazza Indipendenza presso Casa Comunale”, a cui viene assegnata la residenza ai senza fissa dimora).
Nato ad Ancona il13/05/1959. Direttore della Caritas Diocesana di Ancona-Osimo (dal 1992 al 1999). Coordinatore dell’Associazione Free Woman (organizzazione di contrasto alla tratta femminile a scopo di sfruttamento sessuale). Fondatore della “Tenda di Abramo “(Falconara Marittima), associazione che gestisce case di prima e seconda accoglienza per persone senza fissa dimora. Responsabile dell’Osservatorio delle Politiche Sociali del Comune di Ancona Coordinatore dell’Ambito Sociale di Jesi (dal 2004 al 2012), Vice Direttore dell’ ASP Ambito 9 e Responsabile dell’Area Minori (dal 2012 al 2016). Dal 2016 fino alla morte (3 dicembre 2018), Coordinatore dell’Ambito Sociale di Fano.
«Riccardo Borini – spiegano i soggetti proponenti, vale a dire Asp Ambito 9, associazione “RiBò”, Tenda di Abramo OdV – oltreché dedicare gran parte della sua vita, non solo professionale, a favore dei cosiddetti ultimi e dei “senza dimora” in particolare, ha prestato la sua attività professionale nel territorio di Jesi e della Vallesina prima come Coordinatore dell’Ambito Territoriale Sociale IX dal 2004 al 2012 e successivamente, fino al 2016, ricoprendo i ruoli di Responsabile U.O. Minori e Famiglia, Responsabile Servizio Sociale Professionale e Uffici di Promozione Sociale, Vice direttore all’interno dell’Azienda pubblica di Servizi alla Persona “Asp ambito 9. Attraverso il suo impegno professionale egli ha contribuito in modo significativo allo sviluppo del sistema dei Servizi sociali e ha dato impulso al Welfare di comunità sul territorio dell’Ambito di Jesi». Analoga iniziativa è stata assunta dal Comune di Falconara Marittima.
Adele Bei (Cantiano 1904 – Roma 1976), antifascista e iscritta al Pci, conobbe il carcere e il confino, diventando poi partigiana combattente nella Resistenza con il grado di capitano, ottenendo la Croce di Guerra al valor militare. Dopo la Liberazione venne eletta nell’Assemblea Costituente e proseguì negli anni la sua attività parlamentare, portata avanti parallelamente a quella nel nel sindacato dove si distinse in particolare per la tutela della condizione femminile fino a diventare segretaria nazionale delle tabacchine.