JESI – «Proteggere gli utenti più deboli della strada è l’obiettivo prioritario. Abbiamo rimandato l’intervento di qualche mese proprio per approfondire il tema con i cittadini. Dobbiamo educarci a questo nuovo approccio. Per una città più vivibile e inclusiva». Sono le parole di Valeria Melappioni, assessora alla mobilità sostenibile, sulle nuove zone 30km/h da realizzare in città.
La prima a essere concretizzata sarà quella di via Gramsci, via Sanzio, via Rossini e viale Verdi. Un appalto da circa 120mila euro, coperto per 91mila da contributo regionale, i cui lavori partiranno nei prossimi mesi. Isole pedonali, ampliamenti di marciapiedi, attraversamenti rialzati, riduzione delle carreggiate: questi alcuni degli interventi da porre in essere. Non sarà semplicemente segnaletica, insomma, ma una vera e propria riprogettazione dello spazio ai fini della sicurezza, riducendo nel contempo l’inquinamento acustico e atmosferico. «Ci si riappropria di spazi aperti, si migliora la vivibilità, e anche le attività commerciali ne traggono giovamento, come confermato da numerosi studi in merito – spiega l’assessora -. Non intendiamo penalizzare le auto, semplicemente vogliamo rendere la strada un luogo in cui vi è spazio per tutti. È proprio per questo che non si parla di piste ciclabili. Non si tratta di rallentare o fluidificare il traffico, ma di ridisegnare porzioni di città. È un intervento urbanistico, quindi».
Fra i fattori che aumentano la pericolosità delle strade, infatti, la velocità delle automobili incide fortemente: secondo uno studio effettuato a Londra, la stragrande maggioranza delle collisioni mortali si è verificata su carreggiate con limite di velocità a 48 km/h o superiore. Se una macchina investe un pedone a 65 km/h, lo uccide nel 90% dei casi. Se lo investe a 30 km/h, invece, lo uccide nel 3% dei casi.
«Moderare la velocità come previsto dalle Città 30 – specificano a tale proposito Legambiente, Fiab, Asvis, Kyoto Club, Vivinstrada, ANCMA, Salvaiciclisti, Fondazione Michele Scarponi, AMODO – non rappresenta un limite alla libera e celere circolazione delle persone e delle merci, in quanto attualmente com’è a tutti noto la velocità media all’interno delle città è di 29,4 km/h (secondo l’Osservatorio UnipolSai sulle abitudini al volante), scendendo fino a 7-8 km/h nelle ore di punta (secondo l’ultimo libro bianco dei trasporti di Confcommercio). L’automobile privata non è il mezzo più veloce e affidabile nei centri urbani, solo con l’intermodalità tra i vari mezzi di trasporto, quali trasporto pubblico urbano, sharing e mobilità attiva, si potrà ottenere una riduzione del tasso di motorizzazione di cui l’Italia detiene il primato europeo con relativa congestione del traffico, difficoltà negli spostamenti e aumento degli agenti inquinanti, oggetto spesso di procedure di infrazione da parte dell’Europa».