JESI – Per la ricostruzione di ponte San Carlo ci sono anche le prescrizioni della Soprintendenza. Riguardano in particolare le lamiere che, sulla nuova struttura, saranno poste a copertura del passaggio degli impianti di servizio: acqua, luce, gas, fibra e fognature.
Anche la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche ha espresso a inizio luglio parere favorevole all’intervento, indicando alcune prescrizioni da rispettare per la tutela paesaggistica.
La totalità degli impianti dovrà essere integralmente schermata, indica la Soprintendenza, che prescrive al riguardo lamiere realizzate in acciaio corten. Stesso materiale da impiegare, spiega l’ente di tutela, anche per le velette ai bordi laterali alla soletta dell’impalcato del ponte, così da creare un unico elemento che scendendo vada a mascherare gli impianti. Disposta anche, come di consueto, una indagine archeologica preventiva sull’area di realizzazione dell’opera, che è la stessa del ponte attuale che sarà demolito e ricostruito.
«Siamo in attesa dello sblocco dell’ultimo milione e mezzo necessario e senza tutte le risorse a disposizione il bando non si può aprire- ha spiegato il sindaco Massimo Bacci – si tratta di fondi stornati sul San Carlo e originariamente destinati ad un’altra provincia e c’è un iter da completare. Il Ministero ha sbloccato il cambio di impiego un mese fa, serve un passaggio alla Corte dei Conti al termine del quale potrà infine essere firmata la convenzione con la Regione. A quel punto si potrà aprire la gara». Una operazione da oltre 6 milioni di euro: 4 dalla Regione, un milione e mezzo per i sottoservizi che transitano sul ponte da spostare transitoriamente e poi ricollocare sul nuovo, il resto da Provincia e Comune.