JESI – Contagi Covid in crescita esponenziale in città. Numeri impressionanti che hanno costretto il sindaco Massimo Bacci, il cui tampone è di nuovo negativo, a intervenire preventivamente senza attendere la regione.
«Mi hanno comunicato che il tampone a cui mi sono sottoposto ieri ha dato esito negativo. Sono dunque guarito – comunica il sindaco Massimo Bacci -. Ne approfitto per ringraziare di cuore i tantissimi cittadini che, attraverso i canali social o i messaggi, mi hanno espresso la loro vicinanza e fatto gli auguri di pronta guarigione. Sono stato fortunato, perché comunque sono rimasto sempre asintomatico in questi giorni. Ma questo non mi esime dal raccomandare tutti alla massima attenzione e prudenza. Siamo tornati in zona rossa – e fortunatamente aggiungo io – perché i numeri dei contagi a Jesi sono spaventosi, specialmente tra i minorenni, e serviva un provvedimento drastico per provare ad arginare la situazione. Questo spiega anche la mia decisione di chiudere le scuole di ogni ordine e grado, pur consapevole dei disagi creati alle famiglie. Ora invito tutti a rispettare rigorosamente le nuove disposizioni. Polizia locale e forze dell’ordine controlleranno la città affinché nessuno esca di casa se non per i motivi consentiti. Ma, per quanto sia lodevole il loro impegno, da soli non potranno riuscire a contenere nulla se non vi è, da parte di tutti, la massima responsabilità e senso civico. È il momento più duro, nell’attesa dei vaccini che speriamo arrivino presto a tutti. Non commettiamo errori proprio ora!».
Quando l’incidenza settimanale dei casi è superiore a 250 ogni 100 mila abitanti, scatta in automatico la zona rossa. A Jesi, in questo momento, il rapporto è quasi doppio. Al momento sono oltre 470 i residenti positivi al Covid a cui si aggiungono 1157 cittadini in situazione di quarantena. Il tasso di incidenza Sars Cov-2 nella settimana dal 22 al 28 febbraio 2021 ha registrato un incremento del 41,1%. Valori che hanno convinto l’amministrazione a chiudere le scuole, anche alla luce delle difficoltà dell’ospedale Carlo Urbani, che continua comunque a garantire tutti i servizi nonostante i ricoveri.