JESI – Osvaldo Pirani è ufficialmente un pensionato. Dallo scorso 1° luglio, il primario di Radiologia non è più uno dei Responsabili di Unità Operativa dell’ospedale Carlo Urbani. «Sono passato a nuova vita», ironizza lo stimato professionista della sanità cittadina, candidato sindaco del Pd alle ultime elezioni amministrative e ora consigliere comunale d’opposizione.
«Continuerò a lavorare, non penso che mi godrò la pensione in senso turistico – ci tiene subito a precisare Pirani – Questa possibilità non riesco ancora a prenderla in considerazione. Credo che rimarrò molto attaccato al lavoro, poi, magari, pian piano, rallenterò il ritmo. Ma per qualche anno lavorerò ancora. Poi vedremo». Prima di andare in pensione, e anche in questi giorni, l’ormai ex Responsabile di Unità Operativa dell’ospedale Carlo Urbani ha sollecitato la direzione aziendale ad accelerare i tempi di individuazione del nuovo primario di Radiologia. «Mi risulta che il concorso sia stato bandito, è in fase di pubblicazione se non già pubblicato – riferisce Pirani -. Ci saranno dei tempi tecnici, quindi passeranno almeno sei, otto mesi. In questo periodo, comunque, non penso che si avranno problemi, perché le professionalità che sono all’interno del reparto sono molto solide e molto qualificate».
«In questo momento – commenta ancora Pirani – sento principalmente la gratitudine nei confronti della città di Jesi, perché se io mi sono realizzato professionalmente in questo modo, al di là dello studio e dell’impegno, grosso merito va al posto in cui sono nato, che mi ha messo in condizioni di poterlo fare. Ho trovato un ambiente favorevole, che ha saputo riconoscere le qualità, cosa che non sempre avviene e che non è sempre facile ottenere. Nel momento in cui ho preso in mano la responsabilità della direzione del Reparto, ho sempre cercato di progettare, piuttosto che di gestire solamente. Guardando avanti, per poter vedere quello che sarebbe successo in futuro. Questo tipo di atteggiamento alla fine ha pagato, perché la Radiologia di Jesi, dopo un periodo di difficoltà, è stata in grado di aggiornarsi, di potenziarsi e di introdurre delle tecnologie innovative, che hanno consentito di mettere a disposizione di tutto l’ospedale delle opportunità e delle possibilità diagnostiche e terapeutiche che altrimenti non si sarebbero potute realizzare».
Pirani evidenzia quindi l’importanza delle persone che stanno “dentro” ai camici. «Oggi le risorse umane sono rare e preziose, ne abbiamo sempre meno e quelle che abbiamo le dobbiamo scegliere e selezionare in base a dei criteri ben precisi, che riguardano sia le qualità personali sia le necessità reali e oggettive della struttura in cui noi le introduciamo – è il parere dell’ex primario -. Fatto questo, bisogna creare un ambiente che consenta alle persone di esplicitare le proprie capacità. Il primario, il direttore, non deve essere, come avveniva in passato, il più bravo di tutti su una metodica o su una tecnica diagnostica, ma deve essere quello che mette i collaboratori nelle condizioni di sviluppare al meglio le proprie competenze, deve essere, insomma, un organizzatore, un gestore delle risorse e delle persone. Se non si punta alla qualità non si cresce in questo settore».