JESI – Un “baby pit stop” a Palazzo Pianetti, ovvero uno «spazio protetto appositamente predisposto dove le famiglie con neonati possano trovare un ambiente tranquillo e confortevole ove poter provvedere, nel pieno rispetto della privacy, all’allattamento e al cambio del pannolino del bambino». Verrà ricavato nell’ambiente esagonale posto alla fine dell’aula didattica al primo piano di Palazzo Pianetti, sede della Pinacoteca Civica; valutato come il «locale più idoneo per dimensioni e riservatezza». A dare il via libera l’amministrazione comunale che ha deciso di approvare la proposta progettuale presentata dal Comitato Provinciale Unicef di Ancona, dal Comitato Regionale Unicef Marche e dal Club Soroptimist di Jesi.
«La realizzazione – spiega l’amministrazione – non comporta oneri a carico dell’Ente, fatte salve le operazioni relative alla manutenzione ordinaria del locale individuato, che verranno svolte dal personale comunale».
La proposta nasce dalla sottoscrizione, da parte di Unicef e Soroptimist di un protocollo d’intesa al fine di promuovere la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’Adolescenza, con particolare riguardo alla tutela del diritto alla salute e alla corretta alimentazione.
Fra gli obiettivi «realizzare il progetto Baby Pit Stop (BPS), parte integrante del Programma nazionale Insieme per l’allattamento “Ospedale e Comunità amici dei bambini”, finalizzato al sostegno e alla sensibilizzazione della cura delle bambine/i, prevedendo di allestire aree attrezzate atte a garantire luoghi accoglienti per le famiglie con neonati, con particolare riguardo a musei, biblioteche e contesti culturali in genere; offrire esempio di buona pratica nella promozione e sensibilizzazione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ad altri Enti, Istituzioni e non, della Città; sensibilizzare i cittadini in materia di allattamento nei luoghi pubblici».
Secondo il Comune, «l’individuazione dei Musei Civici come prima sede di apertura di un baby pit stop nella città di Jesi rappresenta una preziosa opportunità per presentare ai cittadini i luoghi della cultura come luoghi accoglienti e aperti alle esigenze della collettività».