JESI – «I cittadini di Jesi manifestano la loro ferma contrarietà alla realizzazione di un impianto polifunzionale per il recupero e trattamento di rifiuti pericolosi (e non) nella nostra Città, secondo il progetto presentato da Edison Next Recology s.r.l. in data 3/07/2024». Lo si legge nella petizione che, promossa nei mesi scorsi in particolare dalle liste civiche d’opposizione e firmata da 2999 persone, è stata depositata in Comune e arriverà ora ad essere esposta e presentata anche in Consiglio comunale.
La commissione consiliare, dove è stata illustrata dal primo firmatario Giordano Valeri, ha infatti detto sì all’unanimità, col voto dei consiglieri di maggioranza e minoranza, al passaggio in aula
«Troppo elevati – afferma la petizione – rispetto all’assenza di benefici o di vantaggi, sono i rischi per la salute, legati al trattamento di rifiuti pericolosi, fra cui l’amianto, ed alle problematiche che conseguirebbero alla realizzazione, in una zona antropizzata (com’è la ZIPA), di tale impianto, dovute al dimensionamento dell’impianto, alla sua localizzazione (vicino al centro cottura pasti), all’aumento di traffico, alla tipologia di impianto e di rifiuti trattati e lavorati ed alla criticità della zona». Infine i firmatari «chiedono espressamente all’Amministrazione Comunale di Jesi di adottare ogni iniziativa possibile per dare piena concretezza a questa contrarietà, con gli opportuni provvedimenti amministrativi, sì da non permettere comunque, anche ovviamente in base a quanto “ex lege” consentito, la realizzazione di un simile impianto nella nostra città».
Per il sindaco Lorenzo Fiordelmondo: «La petizione è un pezzo di un percorso complessivo che è stato fatto. Sul piano politico c’è una convergenza comune e ampia, che però non basta se non attrezzata di tutti gli strumenti tecnici necessari nel percorso amministrativo».
Resta alta dunque l’attenzione sul tema, anche se ora la palla è passata all’azienda, che ha chiesto fino a 180 giorni di proroga, rispetto a quella che sarebbe stata la scadenza del 2 ottobre scorso, per rispondere o presentare integrazioni al progetto dopo il centinaio di osservazioni pervenute sullo stesso e dopo lo svolgimento della due giorni di inchiesta pubblica all’Hotel Federico II. Su quest’ultima si è in attesa del documento conclusivo sugli esiti del confronto che, definito dai tecnici della Provincia, entrerà poi a far parte del procedimento autorizzativo.