JESI – A Fossombrone, dove i leoncelli sono scesi in campo domenica scorsa, i tifosi della Jesina lo hanno voluto salutare con uno striscione esposto dal settore ospiti: «Ciao Gabri…sarai sempre con noi». E lʹAurora Calcio, di cui aveva vestito la maglia da ragazzino da compagno di squadra di Roberto Mancini e di cui allenava i portierini del vivaio, lo ricorda: «Apprendiamo con sincera e profonda tristezza la notizia della scomparsa di Gabriele Ganzetti. Ciao Gabriele per sempre Pradarolo e Aurorino. A tutta la famiglia, l’Aurora Calcio esprime le più sentite condoglianze e invia un caloroso abbraccio».
Jesi piange Gabriele Ganzetti, figura nota in città e in particolare impegnata nel mondo sportivo, scomparso improvvisamente nella notte tra venerdì e sabato scorso all’età di 56 anni. Impiegato di banca, Ganzetti era noto per le passioni calcistiche, in campo e da tifoso: conosciuto come “el cachino”, da portiere aveva vestito la maglia e vinto campionati con il Mazzangrugno; tifosissimo della Jesina e della Juventus, aveva contribuito a creare, insieme al presidente Paolo Paoloni, lo Juventus Club 2 Stelle di Jesi.
«Per tutti quello che lo conoscevano – lo ricorda Paoloni – una persona che sapeva essere come pochi generosa in maniera disinteressata. E con un fortissimo senso dell’amicizia, pronto ad esserti vicino e al fianco in tutto e per tutto una volta che ti avesse riconosciuto come amico. Una scorza dura dal cuore, per chi lo conosceva, tenero».
Anche ai social Paoloni ha affidato il suo ricordo dell’amico: «Ciao Gabriele, il perché sia accaduto proprio a te non troverà mai una risposta, E adesso chi lo va a spiegare a tutti i tuoi amici, a tutti gli amici dell’amico di tutti. Tu sei stato unico perché eri l’unico che c’era per tutti, sempre pronto ad aiutare chiunque ne avesse bisogno, Ognuno dei tuoi mille amici sapeva di contare su di Te, su di un Gigante di Generosità, Eri ” El cachino ” , quello che c’era sempre, troppo gioviale, troppo simpatico, troppo sincero, troppo legato all’amcizia, quella Vera e disinteressata. Eri uno scudo in porta e lo eri anche per gli amici in difficoltà e con te, vicino a te, ci sentivamo tutti più sicuri. Non ce lo aspettavamo perché eri il gigante buono, perché il tuo sorriso era enorme e seppur ce lo dovevamo dividere in tanti, tu ne avevi da distribuire ancora. Tu eri il portierone senza paura, che volevi giocare anche da infortunato. Ricordo una tua insistenza prima di un derby per voler essere schierato in porta, anche se eri tutto fasciato ed incerottato, Quelle lunghe chiacchierate sulla Juve, le tante domande che mi facevi sugli attacchi dei nostri nemici alla nostra squadra che ti mandavano su tutte le furie perché quei 2 colori, il bianco ed il nero li portavi nel cuore. Gabriele hai parato i tiri più impossibili, hai respinto le palle più pericolose, perché non avevi paura di niente e di nessuno. Ma adesso chi glielo dice al mondo che “El cachino” ha subito un gol decisivo? Adesso chi indosserà la maglia Numero 1 del Numero 1 della voglia di vivere? Non ti dimenticheremo mai, che la terra ti sia lieve.