JESI – La pioggia sugli antichi mattoni. Piazza Colocci e gli scavi archeologici, un connubio che ha definito e riempito i giorni della scorsa estate. La Jesi medievale nascosta che vedeva la luce, le vestigia dell’antico palazzo simbolo del potere comunale che ritornavano in vita.
E la gente che si accalcava a osservare, chiedere, capire, dagli archeologi Matteo Tadolti e Alessandro Biagioni. Visite guidate sempre sold out – quasi un migliaio in tutto i partecipanti e contingentati per problemi di sicurezza – là dove, in fondo, non si trattava che di mettere a posto una piazza usurata dal tempo e non più destinata a parcheggio.
Si è rimasti fermi. Si doveva coprire – ma in molti non erano e non sono d’accordo -, salvaguardare, mappare e riconsegnare il tutto, interrato in modo reversibile, per la memoria futura. Ogni punto definito e reso di pubblico dominio nel Consiglio comunale del 23 novembre scorso al quale parteciparono gli attori della vicenda scavi.
Laser scanner in azione, in ottobre, in due distinte giornate, al fine di ottenere un’accurata copia digitale tridimensionale dell’area, una volta che tutto fosse stato richiuso. Per la conservazione storica, lo studio, la valorizzazione a fini turistici. Una volta, appunto. E intanto la pioggia forma pozze d’acqua stantia, le strutture sono in balia delle intemperie, erba che cresce anche a ridosso di Palazzo della Signoria, qualche rifiuto gettato all’interno del perimetro, sanpietrini ammassati, in attesa, davanti alla facciata di Palazzo Bisaccioni, un paio di teli plastificati a coprire il meglio che è emerso. Quello che erano gli scavi sotto la superba mole di Palazzo della Signoria, sembrano un ammasso di laterizi ingombranti.
«Stiamo attendendo – afferma l’assessore Roberto Renzi – che i rilievi effettuati con il laser scanner siano definitivi, che tutto sia stato mappato a dovere, senza che sia stato tralasciato niente. E in questo senso è la Soprintendenza che ha l’ultima parola. Abbiamo sollecitato una risposta il prima possibile per dare avvio alla copertura e, successivamente, ai lavori di riqualificazione».
Forse il prossimo mese di marzo, meteo permettendo. E se tutto va bene…