JESI – Erano in più di mille, tra uomini e donne, provenienti da Jesi e dalla Vallesina, alla palestra “Carbonari” di via Tessitori, stamattina 15 giugno, i fedeli musulmani per la preghiera di Eid al Fitr, che segna la fine del ramadan con il sacrificio del digiuno.
È una delle feste più importanti dopo il periodo di penitenza e simbolizza la gioia, la fraternità, l’adorazione, la solidarietà, l’amore e la moralità.
Donne con i loro vestiti sgargianti, uomini nei loro abiti migliori, tanti bambini e, poi, alla fine, un rinfresco per tutti. Molte famiglie si riuniscono a pranzo per celebrare la giornata e stanno insieme fino a sera.
Ma questa è anche una festa di luce nella quale viene assolto il compito dello zakat, vale a dire l’obbligo di elemosina che spetta ai bisognosi e a loro verrà distribuita.
«Prima festa dopo il digiuno dl ramadan – spiega Whabi Youssef, presidente del centro culturale islamico Al Huda di Jesi -, ed è un’occasione anche per incontrarsi. C’è chi si rivede dopo tanto tempo. Ci si scambia anche dei regali. Poi l’elemosina, che avviene solo in questa circostanza: ognuno deve donare 6 euro, la somma raccolta va poi destinata a chi ne ha bisogno, compresi gli italiani. Ma c’è anche chi lo fa individualmente».
Presente anche l’assessora Marialuisa Quaglieri, che era stata invitata e non ha fatto mancare la sua presenza.
«Contenta di partecipare e sottolineo il fatto che venendo qui mi sono resa conto della bellezza di questa festa con gente allegra, abiti colorati e gesti di solidarietà importanti. Questa è una comunità che si sta integrando nel migliore dei modi con la famiglia italiana della quale, ormai, è parte integrante. E lo abbiamo potuto constatare in tante situazioni, dalla scuola di italiano al recente spettacolo in teatro per festeggiare la fine dell’anno scolastico».