JESI – Ponte San Carlo, il Parlamento sollecita la Regione a intervenire. Per rafforzare l’infrastruttura è fondamentale, a detta del senatore Mauro Coltorti, il supporto del governo delle Marche. L’investimento per la manutenzione straordinaria, vale a dire la demolizione-ricostruzione (giudicata più conveniente dai tecnici), è stato già quantificato in 4 milioni di euro, cifra che il Comune da solo non può certo sostenere.
Mauro Coltorti«Purtroppo tutto il paese è nella medesima condizione, con spese ingenti da affrontare per mettere a norma o rimodernare le strutture che sono state edificate negli anni ’50-60 – osserva il geologo Coltorti, esponente del Movimento 5 Stelle nonché stimato professore -. Io ho fatto un sopralluogo al Ponte San Carlo, che però è stato oggetto di indagine da parte di uno specialista che dunque aveva fornito maggiori informazioni del sottoscritto. Se la Regione ha dato la propria disponibilità penso sia necessario attivarsi quanto prima. Nessuno può stabilire nei dettagli quando una struttura come quella collasserà ed in questi casi è sempre meglio prevenire che reprimere. Inoltre le problematiche del ponte stanno creando un disagio notevole alla circolazione con tutti i carichi pesanti che sono costretti a fare un lungo giro prima di raggiungere la città».
Il parlamentare fa notare infatti che «se un camionista è momentaneamente distratto e non vede il segnale è costretto comunque a passare sopra il ponte perché non c’è modo di tornare indietro. So che l’Amministrazione Comunale ha chiesto aiuto al governo ma dato che il Ponte risulta in carico al Comune è la Regione Marche a dover essere consultata e chiamata in causa per prima. Purtroppo è noto che i Comuni sono privi di fondi per interventi di questa entità ed è per questo che dovrebbero intervenire le Regioni e, come ultima opzione il Ministero. Sebbene la strada interessata dal ponte risulti “cittadina” la sua valenza è quasi certamente regionale».
Sulla vicenda è intervenuto anche Matteo Baleani di Jesiamo per spronare gli enti sovralocali (leggi l’articolo).