Jesi-Fabriano

Jesi, il portone settecentesco delle Sale Betto Tesei sarà restaurato grazie al professor Massaccesi

Sarà smontato nei prossimi giorni e portato in un centro specializzato in attività di conservazione di opere d’arte di Urbino dove, nel rispetto delle prescrizioni della Soprintendenza, verrà sottoposto ad un accurato intervento

JESI – Il portone settecentesco della sala espositiva Betto Tesei di Palazzo Pianetti sarà restaurato grazie ad un generoso contributo personale del prof. Vittorio Massaccesi. Il portone sarà smontato nei prossimi giorni e portato in un centro specializzato in attività di conservazione di opere d’arte di Urbino dove, nel rispetto delle prescrizioni poste dalla Soprintendenza, verrà sottoposto ad un accurato intervento per riportarlo al suo splendore originario. Lo si potrà apprezzare il prossimo anno, in particolare in occasione della mostra fotografica dell’artista Emanuele Scorcelletti.

Il portone oggetto di restauro

La Giunta comunale, nell’accettare la donazione, ha espresso al prof. Massaccesi, già sindaco della città, i sensi di gratitudine per il generoso gesto che costituisce, di fatto, la prima azione riconducibile al nuovo Regolamento sulla collaborazione tra Cittadini e Amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani. Tale Regolamento, come noto, nel favorire la partecipazione di tutti i cittadini, sia singoli che associati, in attività di sostegno alla cura e alla rigenerazione dei beni comuni, prevede infatti anche gli atti di mecenatismo in edifici pubblici.

La felice occasione permette all’Amministrazione comunale di ricordare che, in base a tale Regolamento “tutti i cittadini attivi possono realizzare interventi, a carattere occasionale o continuativo, di cura o di gestione condivisa degli spazi pubblici e degli edifici periodicamente individuati dall’Amministrazione o proposti dai cittadini attivi. L’intervento è finalizzato a integrare o migliorare gli standard manutentivi garantiti dal Comune o migliorare la vivibilità e la qualità degli spazi, ma anche ad assicurare la fruibilità collettiva di spazi pubblici o edifici non inseriti nei programmi comunali di manutenzione”.