JESI – Meno parcheggi e più verde nella nuova area di sosta fra via Garibaldi e via dei Mille destinata a nascere al posto del vecchio circolo del Pri e prima ancora della Società di Mutuo Soccorso demolito da qualche anno. Lo ha spiegato, non senza critiche da parte della opposizione civica, l’assessora ai lavori pubblici Valeria Melappioni introducendo in Consiglio la pratica che ha definitivamente approvato la variazione urbanistica necessaria.
Dice Melappioni: «Rispetto al progetto, l’amministrazione subentrata ha verificato la possibilità di una migliore collocazione degli stalli per le necessità delle persone con disabilità motorie e di un piccolo incremento dell’area adibita a verde. Una scelta che abbiamo ritenuto giusta nei confronti di una parte di città molto urbanizzata e trafficata». Quattro o cinque i parcheggi che si perderanno per dare più spazio al verde. Rivisto anche lo spazio per la pensilina alla fermata degli autobus.
L’area è stata acquisita dal Comune mediante una permuta. Il primo stralcio del progetto di sistemazione ha previsto la demolizione di manufatti e porzioni di murature del preesistente edifico, la rimozione della vegetazione, la pulizia della zona.
«L’area – aveva illustrato la sua decisione la precedente amministrazione – si trova in un quartiere ad alta densità abitativa, prospiciente via Garibaldi che costituisce una via di collegamento con il centro storico pertanto interessata da un considerevole transito veicolare e dove si collocano numerosi esercizi commerciali. Al fine di agevolare la sosta sia di tipo residenziale che quella temporanea dei clienti delle numerose attività commerciali presenti lungo via Garibaldi è opportuno destinare la suddetta area alla realizzazione di un parcheggio».
Lo stabile che sorgeva in via Garibaldi 82 è stato demolito nel 2017. Le condizioni dell’edificio, in particolare dopo il sisma dell’anno prima, avevano creato allarme nel cuore del quartiere. L’immobile era stato in passato sede della Camera del Lavoro e poi di una sezione del Partito Repubblicano e di quella “Giuseppe Mazzini” della Società di Mutuo Soccorso, le cui targhe potevano ancora essere viste al di fuori.