Jesi-Fabriano

“Potere al Popolo”, manifestazione davanti alla Cnh di Jesi con i candidati e Giorgio Cremaschi

L'appuntamento, oggi 26 gennaio, al cambio turno delle 12.30. «Una serie di leggi ha fatto in modo che i lavoratori stiano sempre peggio e i poveri siano sempre più poveri. Basta con lo sfruttamento» ha detto l'ex dirigente Fiom

La manifestazione di "Potere al Popolo" al cambio turno della Cnh di Jesi
La manifestazione di "Potere al Popolo" al cambio turno della Cnh di Jesi

JESI – Manifestazione di “Potere al Popolo“, in vista delle elezioni del 4 marzo, oggi, 26 gennaio, davanti ai cancelli della Cnh di Jesi, nella zona industriale, al cambio turno delle 12.30.

Presenti i candidati Fabio Pasquinelli e Anahita Hoseinpour, con la partecipazione di Giorgio Cremaschi, già dirigente nazionale della Fiom «per spiegare il nostro progetto, ascoltare, discutere insieme».

Giorgio Cremaschi (a sinistra)
Giorgio Cremaschi (a sinistra)

Cremaschi ha sottolineato come la battaglia politica è tesa a combattere «tutte le leggi infami che da una ventina di anni distruggono i diritti del lavoro come il Jobs Act e la legge Fornero. Noi siamo qui davanti a una fabbrica ma col cuore siamo davanti a tutte le fabbriche italiane, dove i lavoratori sono sottoposti al ricatto dello sfruttamento, del posto di lavoro che è incerto. Dove i lavoratori stanno sempre peggio e i loro padroni stanno sempre meglio. Questa è la verità, grazie alla politica che ha favorito solo le imprese e il mercato. Abbiamo un primo obiettivo: ripristinare una parola, sfruttamento, nel linguaggio della politica. Questa di oggi è, infatti, un’Italia che vive nello sfruttamento del lavoro, compresi i tanti giovani precari che lavorano un’ora alla settimana e vengono considerati occupati. I ricchi sono sempre più ricchi, ma lo sono perché rubano ai poveri e ai lavoratori».

Distribuzione dei punti salienti del programma elettorale
Distribuzione dei punti salienti del programma elettorale

“Potere al Popolo” propone nel suo programma anche lo stop alle emigrazioni di massa dei giovani lavoratori all’estero, la riduzione dell’orario di lavoro – “lavorare meno, lavorare tutti” -, una tassa patrimoniale sulle grandi ricchezze e l’aumento delle tasse ai “pensionati d’oro“, il taglio delle spese militari.