JESI – Impianto Edison progettato alla Zipa, dall’assemblea pubblica sul tema organizzata dal Comitato di quartiere Erbarella – San Pietro Martire arrivano i “no” del sindaco Lorenzo Fiordelmondo e dell’assessore all’ambiente Alessandro Tesei.
«Questo progetto non lo facciamo passare, perché non ci piace, non ci convince, non piace al territorio» ha detto infatti Fiordelmondo nel corso della serata di fronte alle domande. Puntualizzando poi: «Questo progetto non va ma il tema della necessità di gestire rifiuti e bonificare terreni contaminati che abbiamo in quantità in città, resta. E dovremo porci il problema di affrontarlo e trovare, non questa, ma una soluzione». Quanto agli eventuali sviluppi o mutamenti del progetto, sul quale si è espressa in maniera critica anche la Provincia di Ancona cui fa capo il Paur, Fiordelmondo dice: «Nel mio ruolo devo parlare di ciò che c’è ed esiste. Attualmente è questo il progetto e su questo, non ricevibile, mi devo esprimere. Dovessero essercene altri, allora dovremo tornare a fare ciò che stiamo facendo ora, porci interrogativi, approfondire e capire». Infine, il sindaco spiega che non parteciperà alla manifestazione contro l’impianto di sabato 14 settembre promossa dal Comitato di quartiere Smia – Zona Industriale: «Da amministratore la mia opposizione va portata dentro la procedura amministrativa e non in corteo, dove danneggerebbe la città. Peraltro all’interno dello stesso Comitato la manifestazione non è stata accolta da tutti». All’interno del direttivo infatti, la manifestazione proposta dal presidente del Comitato di quartiere Paolo Gubbi (fino al 20 luglio presidente dell’associazione politica di opposizione Per Jesi) è stata approvata con 5 voti a favore e 4 astenuti. Quanto alla richiesta Edison, l’assessore all’ambiente Alessandro Tesei dice: «Favorevole a impianti di bonifica e recupero ma perfettamente allineato al sindaco sul no a questo progetto». Fiordelmondo spiega: «Particolarmente utile è stato il contributo portato al tavolo tecnico del 5 agosto dall’Università Politecnica delle Marche (coinvolta da Confindustria Ancona, nda), che ha fatto emergere criticità insuperabili: i potenziali rischi legati alla ubicazione, per quanto in una zona dove la legge dice che quell’impianto si potrebbe fare, anche se stiamo approfondendo e qualche crepa potrebbe esserci; il sovradimensionamento rispetto alle esigenze di città e regione; il fatto che l’investimento richiesto da quel tipo di realizzazione richiederebbe di lavorare quantità importanti per compensarlo».
Edison, il Comitato Erbarella – San Pietro Martire
«Ringrazio a nome del direttivo del Comitato Erbarella-San Pietro Martire – dice intanto il presidente Jhonny Pigliapoco – tutte le persone che hanno partecipato all’Assemblea Pubblica, pensata ed offerta come un’occasione informativa e di confronto riguardo ad un tema che negli ultimi mesi è diventato centrale nella nostra città, particolarmente sentito e anche molto discusso. I tantissimi cittadini accorsi, più di un centinaio, hanno dimostrato come ci sia effettivamente un vivo interesse e voglia di partecipare alle vicende che riguardano la città; le numerose domande, gli interventi del pubblico hanno evidenziato la volontà di essere informati, di far sentire la propria voce e di potersi esprimere riguardo alle decisioni che si riflettono nella vita quotidiana del luogo in cui si vive. Pensando a quelle che sono le funzioni e il ruolo del comitato, cioè un interlocutore che mette in relazione i cittadini con l’Amministrazione, abbiamo quindi voluto assicurare con il dibattito aperto la possibilità di porre domande ed ottenere sia le risposte che i chiarimenti necessari. Abbiamo cercato di affrontare tre tematiche importanti: quella ecologica, anche in merito alla effettiva efficacia ed impatto dell’impianto; quella politica, relativa al necessario coinvolgimento dei cittadini su questioni così impattanti per la città; quella tecnico-legislativa, relativa al procedimento autorizzativo dell’impianto. Inequivocabile oramai ed estesa la cosiddetta posizione del no all’impianto, alla luce anche del progredire dell’iter autorizzativo e delle osservazioni pervenute dagli enti coinvolti, ultima la Provincia con il parere negativo dell’area valutazioni e autorizzazioni ambientali; la contrarietà dei cittadini è basata su motivazioni di varia natura che insistono prevalentemente sui rischi inerenti alla salute pubblica, all’impatto ambientale su un territorio sul quale ha una fortissima incidenza l’inquinamento, ed è stata esplicitata nei loro interventi e con le loro domande, mostrando anche la volontà di capire insieme a chi amministra, se e quali altri percorsi di sviluppo economico e di valorizzazione del territorio la nostra città può intraprendere. Chiaro il no dal Sindaco, espresso più volte: impossibile pensare ad impianti come questo, sempre nel rispetto degli strumenti che sono a disposizione, come la valutazione del Consiglio Comunale, dove il no deve essere motivato ed attrezzato con strumenti di natura tecnica e normativa per avere un elemento inattaccabile; in piedi anche l’ipotesi di non arrivare alla decisione del Consiglio Comunale, riuscendo a fermarsi prima. Conferma la stessa posizione di contrarietà all’impianto del Sindaco Fiordelmondo, l’Assessore all’ambiente Tesei. Il percorso di valutazione del progetto in corso prevede integrazioni che il proponente dovrà produrre e sottoporre agli enti interessati dall’iter autorizzativo, dunque è necessario continuare a seguire come fatto finora tutti gli ulteriori sviluppi, con la dovuta attenzione al dibattito nato in città, secondo modalità diverse che dimostrano la volontà dei cittadini di essere partecipi alle vicende di interesse pubblico».
Edison, la Provincia
L’Area Valutazioni e Autorizzazioni della Provincia, ente cui compete il procedimento per autorizzare o meno l’impianto, nel comunicare a Edison esiti della istruttoria e osservazioni al progetto, ha rilevato che lo Studio di impatto ambientale «risulta carente nelle motivazioni e scelta tipologica dell’intervento». In particolare, «l’aspetto dell’accettabilità da parte della popolazione non è stato trattato e risulta dirimente anche in considerazione delle numerose osservazioni pervenute». Quanto poi a sito scelto e tipo di progetto «il proponente ha analizzato le alternative non sviluppando adeguatamente le indicazioni. Si limita ad affermare che il territorio di Jesi è baricentrico e ribadisce le moderne tecnologie adottate. Si ritiene utile che la scelta della localizzazione sia il risultato di un confronto tra più siti idonei, al fine di dimostrare che la soluzione proposta rappresenta la migliore tra le possibili». Inoltre «non sono state vagliate le alternative che giustifichino il dimensionamento collegato ai fabbisogni all’ambito di riferimento». Infine quanto al cumulo con l’impatto di altri impianti, la Provincia scrive: «Si invita a valutare meglio la questione e ad una ricognizione per verificare gli impianti esistenti (impianto di rifiuti in via Brodolini, mangimificio Fileni, Hub Amazon, …) che possono generare impatti cumulativi, in special modo in termini di emissioni in atmosfera e traffico». Aspetti su quali l’azienda ha tempo, salvo richiesta di proroga, fino al 2 ottobre per rispondere.