JESI – Progetto Edison alla Zipa, a ridosso del Consiglio aperto sul tema che si terrà giovedì 18 luglio (ore 9,30) emergono le posizioni contrarie al progetto di due ex sindaci.
Progetto Edison, Marco Polita: «Errore ambientale e politico»
Sindaco per il centro sinistra tra anni ’90 e 2000 (il figlio Luca è attualmente presidente del Consiglio comunale), Marco Polita dice: «Si tratterrebbe di un errore ambientale e politico, che va evitato. L’ho già scritto dieci giorni fa in una lettera al segretario del Pd di Jesi Stefano Bornigia. E il Pd credo stia riflettendo sulla cosa. Jesi, pur con tutte le criticità di un territorio più, si è mantenuta negli anni un gioiello, dal punto di vista urbanistico e ambientale. Non va rovinato. Quasi trent’anni fa, con la stessa Edison, ho vissuto da sindaco una battaglia amministrativa all’epoca della realizzazione della centrale Turbogas. Due volte Edison aprì il cantiere senza l’autorizzazione del Comune e due volte la stoppai. Il Tar, cui l’azienda fece ricorso, negò la sospensiva al provvedimento di fermo. Soprattutto la città comprese la questione e il rigore con cui la affrontavamo e fu al nostro fianco. Credo che oggi farebbe altrettanto. Se si arrivasse al referendum che, se non sugli aspetti urbanistici, su quelli ambientali della vicenda si potrebbe sicuramente tenere, i cittadini saprebbero bene da che parte stare e votare per il meglio, contro un impianto insalubre che danneggerebbe Jesi e la Vallesina, troppo pericoloso».
Progetto Edison, Massimo Bacci: «Incredibile solo pensarci»
Per Massimo Bacci, sindaco civico al 2012 al 2022, si tratta di un impianto «inaccettabile. Segnerebbe il declino di Jesi». Bacci dice: «È incomprensibile anche solo che una realtà simile possa essere stata pensata nel pieno di un centro abitato. A questo impianto va detto no. Non c’è valutazione tecnica che possa tenere: la politica faccia il suo corso e stoppi quello che significherebbe un passo indietro per la città e l’inizio di un declino. Chi dovesse voler investire, non lo farà. E chi verrebbe a lavorare lì vicino? Chi può dare garanzie ai dipendenti Cnh o dell’Esagono? Incredibile che, l’amministrazione comunale se dovesse averlo fatto o se avesse avuto l’intenzione di dare l’autorizzazione, ma anche la stessa Edison, ci abbiano pensato. La politica dica no alla variante urbanistica che è necessaria perché il progetto vada avanti. Noi lo facemmo anni fa in una vicenda almeno formalmente analoga per il progetto di un nuovo distributore carburanti in via Roma. O la città si ribelli per un motivo oggettivo: ci va di mezzo la salute. Immagino che davanti ad una mobilitazione della città, la stessa Edison dovrà fare a quel punto le sue valutazioni».