Jesi-Fabriano

Jesi, il Question Time non decolla. Massaccesi: «Forse si preferisce l’insulto social»

I cittadini hanno la possibilità di rivolgere domande direttamente al sindaco o agli assessori in consiglio comunale. Ma quasi nessuno lo fa

Il presidente del consiglio comunale di Jesi, Daniele Massaccesi

JESI – Una sola domanda, formulata in modo chiaro e conciso, su argomenti di rilevanza generale, connotati da urgenza o particolare attualità politica, riguardanti comunque problematiche inerenti il territorio comunale e di competenza del Consiglio Comunale e della Giunta. È la possibilità che è stata data ai cittadini di chiarire i propri dubbi direttamente con sindaco e assessori. Si chiama “Question Time” ed è stato promosso e attuato dal presidente del consiglio comunale, Daniele Massaccesi. Ma le adesioni si contano sulle dita di una mano. Numeri che stridono con il dibattito in corso sui social, dove si leggono tantissime domande, altrettanti accuse e svariate soluzioni a problemi più o meno complessi.

«Aspetto ancora di avere un riscontro migliore, con un maggiore coinvolgimento e con un interesse più diffuso, da parte dei cittadini verso questo nuovo “strumento” messo a disposizione degli stessi dal Comune di Jesi – osserva Massaccesi, il promotore del Question Time -. Un istituto innovativo certamente, non usuale nei Comuni d’Italia, ma volto a rafforzare il contatto diretto dei cittadini con l’amministrazione, chiamata a rispondere direttamente dagli stessi e senza il “filtro” dei consiglieri comunali, che a volte li sostituiscono per formulare quesiti o porre domande agli amministratori, ed a favorire od a garantire così, nei fatti e non soltanto a parole, la partecipazione».

In pochi, però, ne approfittano, e ciò stride con i commenti incessanti che si susseguono su Facebook. «Una nota, in questa riflessione sui primi mesi di adozione di questo strumento partecipativo, non caratterizzati da particolare entusiasmo, mi costringe a pensare che forse molti preferiscono, purtroppo, l’invettiva su Facebook, le lamentele e le critiche, gli attacchi spesso anche senza “nome” ed insultanti e poco costruttivi, il tutto caratterizzato dall’avere un impatto immediato nell’immaginario collettivo, spesso popolato da leoni da tastiera (ma conigli di civiltà), che dà per scontato quello che si afferma, senza curarsi, senza badare o senza aver bisogno delle risposte. Quelle risposte che, in Consiglio Comunale, verrebbero invece date anche ai cittadini più arrabbiati, che però ci mettono nome e faccia, ma risposte che su Facebook vengono tralasciate per il livore inconsulto degli attacchi – perché solo di tali si tratta, raramente di domande -, e perché non si cercano le risposte, preferendo l’insulto».

I cittadini possono presentare direttamente all’Ufficio Protocollo del Comune (Piazza Indipendenza, 1) la relativa richiesta di intervento  o tramite pec (protocollo.comune.jesi@legalmail.it) alla casella istituzionale del Comune. L’istanza deve pervenire almeno 3 giorni liberi prima di quello fissato per la seduta consiliare. In apertura dei lavori, vi è uno spazio di 30 minuti dedicato ad un max di 3 domande / richieste di partecipazione, con la presenza del cittadino “interrogante” (o in collegamento da remoto se queste fossero le persistenti modalità dovute alla situazione pandemica).