JESI – Il sindaco Massimo Bacci, accompagnato dalla dirigente dell’Area Servizi Tecnici arch. Francesca Sorbatti, si è recato in Soprintendenza insieme alle rappresentanti di Italia Nostra e Archeoclub per un confronto sul recupero delle ex Giuseppine e, in particolare, sulle modalità per dare piena visibilità alle absidi dell’attigua chiesa di San Nicolò. La soluzione attualmente prevista, infatti, è attuata secondo le indicazioni della Soprintendenza «a cui il Comune ha cercato in più occasioni di opporsi – anche con sopralluoghi congiunti diretti – preferendo l’abbattimento completo della struttura appoggiata alla navata della chiesa – si legge nella nota municipale -. Una scelta, quest’ultima, che non è stata però accolta. Nel corso del colloquio l’arch. Sorbatti ha ripercorso le tappe di un iter avviato nel 2012 quando l’Amministrazione Bacci, appena insediatasi, si era opposta alla decisione di trasformare l’ex convento in sole residenze con impattanti lavori di ristrutturazione, intervento in contrasto con la norma urbanistica dell’epoca e per il quale era stata interessata la stessa Soprintentenza in quanto l’immobile è strutturalmente connesso con l’attigua chiesa».
Dopo anni di silenzio, era stata poi presentata la richiesta di un intervento di recupero da parte della nuova proprietà che nel frattempo aveva acquisito l’immobile, prevedendo una destinazione anche sociale e spazi pubblici al piano terra. All’interno di tale progetto, era stata previsto un passaggio pubblico nella parte di ex convento appoggiato sul lato destro della chiesa – per circa cinque metri – che permettesse l’accesso al cortile da dove poter osservare le absidi oggi coperte dall’edificio, collegandosi così all’accesso principale al palazzo, sempre pubblico, su Piazza Pergolesi. Tale progetto è stato successivamente approvato, nel rispetto delle nuove disposizioni in materia urbanistica, ed oggi è alla base dei lavori in corso che dovrebbero completarsi alla fine del prossimo anno. Essi prevedono, come noto, la realizzazione, al piano terra, della casa Cesarini per persone con disabilità e di locali da destinare a servizi pubblici e, ai piani superiori, una decina di appartamenti. Tali lavori, per altro, hanno previsto la demolizione di una piccola porzione dell’edificio, realizzata recentemente, che ostruiva completamente la visibilità delle absidi anche dal cortile ad uso pubblico.
Soprintendente e collaboratori hanno valutato che le prescrizioni fornite a suo tempo, in sede di esame del progetto, restano comunque appropriate, dal momento che la parte muraria dell’ex convento appoggiata alla navata ha compromesso la muratura esterna, con conseguente criticità legate alle modalità di restauro a fronte delle evidenti lacune presenti. L’intervento, secondo la Soprintendenza, consente il recupero di un edificio in stato di abbandono da decenni, la tutela dell’immagine consolidata del complesso San Nicolò nel tessuto storico urbano e, contestualmente, la piena valorizzazione esterna della chiesa che, grazie al nuovo accesso alla corte/piazza interna ora pubblica, permette la visuale delle absidi oggi coperte.