JESI – Appuntamento il 21 giugno a Palazzo dei Convegni e poi il 23 alla ex II Circoscrizione di via San Francesco e il 26 a San Sebastiano, sempre alle 21: si presenta in tre incontri pubblici la bozza di Regolamento per i nuovi Comitati di quartiere cittadini. «Obiettivo – spiega l’assessora alla partecipazione Loretta Fabrizi – eleggerli nel prossimo ottobre».
«Nel territorio del Comune di Jesi – recita il Regolamento – vengono individuati 10 Quartieri: Centro storico; Via Roma; Prato; San Giuseppe; Smia/Zona Industriale; Erbarella/San Pietro Martire; San Francesco; Coppi/Giardini; Paradiso; Minonna». Organi ne sono l’Assemblea, il Direttivo eletto dalla stessa, il Presidente.
«L’Assemblea – propone il Regolamento – esprime la volontà collettiva del Comitato di Quartiere e ne rappresenta i bisogni e le esigenze. Elegge il Consiglio Direttivo e ha funzioni di indirizzo dell’attività del Consiglio Direttivo. È il punto di riferimento e di incontro dei cittadini, spazio di relazione, di protagonismo collaborativo, di comunicazione e reciproca informazione, porta di comunità e soggetto scambiatore di risorse per attività di carattere culturale e sociale finalizzate all’esercizio effettivo della democrazia di prossimità nella partecipazione costruttiva alla risoluzione dei problemi e al miglioramento dei beni comuni. È composta con diritto di voto dalla popolazione residente nel Quartiere. Possono partecipare, avanzare istanze e proposte, i soggetti che nel Quartiere abbiano un rapporto riconosciuto di lavoro, studio o utenza di servizi, ancorché stranieri regolarmente soggiornanti. L’Assemblea è riunita in seduta plenaria ordinariamente almeno 2 volte all’anno e straordinariamente nei casi di necessità e urgenza».
A votare per eleggere il Direttivo sono i soli residenti di ciascun quartiere, italiani o stranieri di nascita. Diritto di voto esteso fino ai sedicenni. «Il Consiglio Direttivo si compone di 9 membri eletti tra coloro che hanno riportato il maggior numero di voti su un’unica lista di candidati che dovrà essere composta da un numero almeno il doppio superiore rispetto al numero dei componenti il Consiglio Direttivo». Ovvero liste di almeno 18 persone, formate da soggetti che si autocandideranno e nel rispetto della parità di genere, come pure nel direttivo. Ciascun votante potrà esprimere due preferenze, scegliendo però un uomo e una donna. Per essere eletti nel direttivo occorre invece la maggiore età. Il Direttivo stesso elegge, a maggioranza, il Presidente, che rappresenta il Comitato. Durata in carica 5 anni, tutto, spiegano Fabrizi e il dirigente dell’area servizi al cittadino del Comune, Mauro Torelli, «su base volontaria e gratuita». Anche per consentire le operazioni di voto: ai seggi volontari che si autocandideranno, almeno per la “prima volta” – poi sarà il Comitato stesso a poter gestire le tornate successive – ma non potrà trattarsi di persone già candidate nella lista per far parte del direttivo.
Le funzioni? «Consultiva e propositiva nel rapporto con l’amministrazione comunale ma anche di iniziativa autonoma».
«I Comitati di Quartiere, attraverso il Consiglio Direttivo, possono essere preventivamente informati e consultati ogni qualvolta l’Amministrazione debba adottare atti e provvedimenti rilevanti, aventi incidenza sul Quartiere stesso tra cui: la pianificazione urbanistica; la gestione dei servizi pubblici erogati; la progettazione di opere pubbliche; la definizione del sistema di mobilità; la gestione del verde pubblico; la pianificazione di eventi socio culturali e sportivi». Consultazione dagli esiti non vincolanti e con tempi di risposta fra i 15 e i 30 giorni al massimo.
Inoltre, «I Comitati hanno anche funzione propositiva e di stimolo alla partecipazione attiva all’interno del Quartiere e verso l’Amministrazione comunale. Pertanto, è facoltà del Direttivo convocare l’Amministrazione nella figura del Sindaco/a, della Giunta o dei Consiglieri/e comunali per sottoporre alla loro attenzione proposte o criticità di particolare rilevanza e/o urgenza emerse nell’Assemblea di Quartiere o in sede di Direttivo. E’ compito dell’Amministrazione comunale dare risposta su tali proposte o criticità al Direttivo del Comitato, anche in caso di mancata presa in carico delle istanze rappresentate, motivandone le ragioni». Autonomamente i Comitati possono procedere alla «organizzazione di iniziative aggregative, ricreative, formative; promozione di iniziative finalizzate alla valorizzazione del territorio e delle culture e tradizioni differenti; attività di collaborazione e co-progettazione di servizi e iniziative di Volontariato sociale in collegamento con Associazioni e Istituzioni presenti sul territorio».