JESI – Una lapide in marmo a ricordare che in quella casa visse il grande Corrado Olmi. L’attore, jesino, stella del cinema e del teatro, è scomparso nel 2020 all’età di 94 anni, ma la sua memoria è viva tra quanti gli hanno voluto bene. Il suo legame con Jesi non s’è mai spezzato, neanche quando lasciò la città federiciana per Roma e per inseguire il suo sogno del teatro. Il sindaco Lorenzo Fiordelmondo, insieme all’assessore alla Cultura Luca Brecciaroli e alla famiglia di Olmi – le figlie Veronica e Giulia (Alessandra non ha potuto partecipare), i nipoti Maria Lucia, Marina, Anna e Matilde, i bisnipoti Aldo, Adele, i generi e i parenti – hanno voluto omaggiarlo, scoprendo una targa di marmo affissa in quella casa al civico 7 di piazza della Repubblica, proprio accanto al teatro Pergolesi, sua seconda casa. Una cerimonia nel segno dell’allegria, esattamente nello stile dello scanzonato attore, ricordato attraverso i suoi libri, canzoni e ricordi dalle figlie. Ma anche gli aneddoti dell’infanzia, del primo amore «quella ragazza di nome Lucia che baciai 70 anni fa, che sarà sempre con me e sta per diventare nonna», scriveva Corrado Olmi in uno dei suoi libri.
Un contributo in musica da parte degli Onafifetti, il gruppo satirico con cui Corrado Olmi collaborò tante volte, con preziosi cammei negli spettacoli teatrali della boy band jesina capitanata da Giovanni Filosa. «Il nostro fu un sodalizio artistico che si fondava su una grande amicizia e stima», ha ricordato Piergiorgio Memè, mentre Mario Sardella ha ricordato una vasca per il corso insieme dopo lo spettacolo “Jesiricon” andato in scena al Pergolesi nel 1969. Gli Onafifetti hanno dedicato all’indimenticato amico Corrado Olmi la canzone “Gli amici” di Francesco Guccini e “Non maledire questo nostro tempo” de I Gufi che l’attore amava così tanto da voler che venisse cantata in occasione del suo funerale. «La città è felice di ribadire il legame con questo grande artista – dice il sindaco Fiordelmondo – una figura sempre presente di cui celebriamo la vita, non solo la morte». Emozioni, ricordi e sorrisi nel nome di Corrado Olmi si sono succeduti poi fino al brindisi finale.
La città di Jesi ha rinnovato affetto e omaggio (gli era già stata conferita la cittadinanza benemerita nel 1999), scoprendo una lapide – realizzata da Mattoli marmi – nella casa dove visse fino a 26 anni, prima di trasferirsi a Roma. Nelle parole del sindaco Lorenzo Fiordelmondo e dei tanti che sono intervenuti accanto alle figlie e ai parenti dell’artista, il riconoscimento del suo grande talento e il profondo legame con la propria città d’origine che lo ha abbracciato idealmente con questo gesto simbolico.