JESI – Resta ancora in piedi il progetto di autorecupero del complesso San Martino. Ma intanto l’amministrazione cerca di intercettare finanziamenti europei per la riqualificazione dell’immobile di Corso Matteotti. A specificarlo è l’assessore ai lavori pubblici, Roberto Renzi, alla luce della partecipazione del Comune al programma Urban Innovative Action volto ad individuare e testare nuove soluzioni che affrontino problematiche relative allo sviluppo urbano sostenibile (leggi l’articolo).
Non decade, insomma, almeno per il momento, l’ipotesi autorecupero, a patto che vi sia un numero di domande adeguato da parte degli acquirenti. L’interesse mostrato dalla cittadinanza, infatti, non si è tradotto in offerte vere e proprie. E l’idea resta, ad oggi, su carta. Nel frattempo, quindi, la Giunta Bacci, in collaborazione con l’Azienda Pubblica Servizi alla Persona e con l’Università Politecnica delle Marche, ha predisposto un progetto innovativo per partecipare a un bando europeo ed ottenere circa 2 milioni di euro (Il budget complessivo si presume possa attestarsi entro i 3 milioni di euro di cui 1.920.000 per la riqualificazione dell’immobile).
La finalità è quella di supportare le fasce grigie della popolazione (anziani, giovani coppie, persone divorziate) mediante l’implementazione di un modello gestionale/organizzativo che interessi una serie di alloggi realizzati allo scopo di rispondere alle specifiche esigenze di queste categorie. Attraverso una adeguata riprogettazione e riqualificazione degli spazi, il San Martino, sempre secondo l’amministrazione, «potrebbe essere recuperato e arricchirsi di nuove funzioni non solo di tipo residenziale ma rivolte alla collettività attraverso la disponibilità di spazi da adibire ad attività assistenziali, ricreative e sportive».
«Stiamo portando avanti entrambi i progetti, che viaggiano su binari paralleli – rimarca l’assessore Renzi -. L’operazione di autorecupero è stata avviata da tempo, essendo anche legata a un finanziamento regionale, ma finora non si è concretizzata. Insomma, l’interesse mostrato non si è tramutato in azioni reali da parte dei potenziali acquirenti. Non perdiamo ovviamente la speranza, al contrario pensiamo di riavviare una campagna di informazione per raccogliere nuove adesioni. Contemporaneamente abbiamo colto l’opportunità di partecipare a questo bando europeo, in sinergia con la Asp e con l’Università di Ancona. Vediamo quale dei due progetti ha più possibilità di raggiungere il traguardo».