JESI – Entro l’inverno sarà demolito il vecchio ospedale di viale della Vittoria. Resta tutto confermato. L’azienda sanitaria regionale sta infatti gestendo la fase operativa legata alla bonifica del sito. Questa è un’operazione necessaria, propedeutica al bando per l’abbattimento dei due edifici. Ancora incognite sulla palazzina ex Laboratorio Analisi, che dovrebbe comunque essere demolita in quanto non vi sarebbero le risorse per la sua riqualificazione. Il rischio, insomma, è quello di lasciare una struttura in degrado in pieno centro storico, con tutto ciò che ne consegue per il decoro e soprattutto per la pubblica incolumità.
Prima di marzo 2019, salvo imprevisti, il vecchio nosocomio, escluso il Fatebenefratelli di Corso Matteotti, sarà abbattuto. Non si conoscono ancora i dettagli del piano di recupero, anche considerando che il Comune è proprietario al 12% del complesso immobiliare (il resto è di proprietà dell’Asur Marche).
L’amministrazione vorrebbe ricavare un’area di sosta all’interno del perimetro, da mettere al servizio di viale della Vittoria e del centro storico. Ridotta persino la cubatura totale, da 58 mila metri cubi a 48 mila. Per la demolizione sono stati stanziati 800 mila euro. Meno di 80 mila euro il costo per rimuovere l’amianto.
Capitolo ancora aperto sul Fatebenefratelli. Il palazzo di Corso Matteotti, che ospitava la farmacia, ha valore storico ed è un bene vincolato dalla Soprintendenza: non può essere buttato giù. C’è quindi chi ha lanciato la proposta di utilizzarlo quale sede del liceo artistico Mannucci. Il sindaco Bacci si è detto molto favorevole all’idea. «Ci stiamo lavorando – conferma il sindaco Bacci -. L’ipotesi è molto interessante ma altrettanto complessa da concretizzare. Vi sono ovvie difficoltà di tipo progettuale in quanto l’adeguamento di quell’edificio a sede scolastica non è affatto agevole, soprattutto in termini strutturali più che dal punto di vista economico».
La Provincia paga attualmente per l’affitto dei locali di via Gallodoro, dove sta il Mannucci, 160 mila euro l’anno. Attraverso una permuta, la cui formula andrebbe trovata con l’Asur, il Comune potrebbe ottenere la proprietà della struttura e, con la Provincia, reperire risorse per il recupero avvalendosi di fondi statali ad hoc, o di un prestito.