JESI – Un nuovo progetto di ottimizzazione acustica del teatro Moriconi. L’obiettivo è di ampliarne le possibilità di uso rispetto al passato, aprendo ad esempio alla musica leggera, al jazz, al folk e al pop, oltreché al cinema. Lo spazio, secondo i progetti del Comune e della fondazione Pergolesi Spontini, potrà essere utilizzato in modalità nuove, come quelle richieste ad esempio dal teatro di ricerca, che spesso si produce in location diverse dalle strutture tradizionali all’italiana dei teatri come il “Pergolesi”. Un investimento che potrà essere effettuato grazie anche all’eredità di Cassio Morosetti, come spiegano da piazza Indipendenza.
Da tempo, il Moriconi è chiuso per interventi di manutenzione straordinaria per l’adeguamento alla normativa vigente in materia di prevenzione antincendio, e a corredo del progetto di restauro è emersa l’esigenza di correggere la riflessione delle onde sonore durante gli spettacoli, adattando l’acustica ai vari tipi di eventi ospitati.
IL VIDEO: https://www.facebook.com/FondazionePergolesiSpontini/videos/2983855565180666
«La sala teatrale del “Moriconi” corrisponde acusticamente ai canoni dell’architettura ecclesiastica del ‘700, quella appunto dell’antica Chiesa di San Floriano a pianta centrale ellittica – spiega la fondazione Pergolesi Spontini -. Allo stato attuale esiste un riverbero molto importante che risulta coerente con le funzioni liturgiche per le quali lo spazio è stato progettato ma, al contrario, fastidioso e di ostacolo alle funzioni “teatrali” a cui lo spazio sarà nuovamente destinato. Per giungere ad interventi coerenti ed efficaci, la ditta incaricata di fare le rilevazioni – la TanAcoustics Studio di Pesaro – ha effettuato le preliminari misurazioni acustiche della sala con metodi e parametri riconosciuti a livello internazionale (misurazione monoaurale, misurazione binaurale da 5 diversi punti della sala) che permettono di analizzare tempi e modalità di riverbero e di visualizzare le frequenze di maggior disturbo. A seguito delle valutazioni, verrà effettuata poi una ricerca delle tecniche e dei materiali più idonei alla correzione delle curve di riverbero e una proposta di intervento esecutiva possibilmente con soluzioni elastiche che consentano assestamenti a seconda delle diverse attività che si svolgeranno nella sala. All’interno della ricerca si valuterà anche la possibilità di sostituire gli attuali palloni sospesi al centro della cupola a base ovale con il duplice vantaggio di risolvere alcune difficoltà riscontrate nel progetto di ripristino del sistema di rilevazione fumi e di rendere nuovamente visibili gli stucchi e gli affreschi con le Storie di san Francesco eseguiti da Francesco Mancini a partire dal 1851. Dopo questi interventi, il teatro potrà dotarsi di impianti audio / voce / suono per amplificare i suoni, ove sia necessario e sempre senza creare riverbero, e di un impianto di videoproiezione».
La riapertura dell’intero complesso, oltre a rendere nuovamente fruibile uno spazio adibito a pubblico spettacolo (per opera, musica da camera, prosa, teatro ragazzi, danza, teatro contemporaneo), consentirà appunto di ospitare altre tipologie di concerti e spettacoli, diventando la casa dell’arte e della musica. «Sarà una struttura poliedrica e versatile – sottolinea la Fondazione -, da sala prove ideale per orchestre, a sede di “residenze creative” e produzione di compagnie teatrali, a luogo per proiezioni cinematografiche. Tutto questo all’interno di un rinnovato Complesso San Floriano, che intende presentarsi quale HUB di Innovazione Culturale e Progettuale: un luogo d’incontro per le associazioni cittadine, uno spazio da “occupare” e far vivere quotidianamente, centro catalizzatore permanente di iniziative di formazione, laboratori, workshop e di informazione».