JESI – «Un atto di cura da parte della città» per il sindaco Lorenzo Fiordelmondo, «un atto di gentilezza per un monumento straordinario» secondo l’assessora alla partecipazione Loretta Fabrizi. Vittorio Massaccesi, primo promotore dell’iniziativa, sottolinea «i 111 versamenti che rappresentano però circa mille persone che hanno contribuito». E l’assessora ai lavori pubblici Valeria Melappioni che spiega: «La prossima settimana l’apertura della manifestazione d’interesse per raccogliere da parte dei professionisti che risponderanno la disponibilità a definire il progetto di ciò che occorre per la chiesa di San Marco». Voci che si raccolgono intorno all’obiettivo raggiunto della raccolta fondi che era stata lanciata per finanziare la definizione di un progetto di restauro: la soglia dei 20mila euro che era stata fissata, è stata raggiunta e anzi superata. «L’evento di fine agosto della Fondazione Pergolesi Spontini che, pensavamo, sarebbe stata l’occasione per la conclusione del crowdfunding, diventa a questo punto qualcosa in più» dice il dirigente comunale, e cultore di storia cittadina, Mauro Torelli, che annuncia pure un passo ulteriore da compiere: «La candidatura, già presentata, di San Marco all’ingresso negli itinerari delle Vie Francescane, rendendola meta di turismo religioso. Secondo la tradizione, nel 1218 i Benedettini avrebbero infatti fatto dono di San Marco allo stesso San Francesco, in occasione di un suo passaggio a Jesi. E all’interno della stessa sarebbe stato sepolto Crescenzio Grizi, jesino, ministro generale francescano nel corso del Duecento». E c’è peraltro in vista, nel 2026, la celebrazione degli 800 anni dalla scomparsa del Santo di Assisi.
San Marco è un gioiello di storia e d’arte che, proprietà dal 1861 del Comune di Jesi, si sta rivelando fragile: distacchi di materiali, infiltrazioni, una umidità di risalita che mette a repentaglio gli affreschi trecenteschi di scuola riminese presenti all’interno, bisogno di una manutenzione ordinaria del sistema di raccolta acque sul tetto. Il lancio della raccolta fondi serviva a finanziare una analisi dei problemi e una progettazione specifica di cosa e quanto occorre per risolverli, così da poter cercare i fondi che saranno quindi necessari per interventi e lavori. «Si potrà adesso affidare la definizione di un progetto di fattibilità tecnica e economica, che valuti se e come intervenire sugli aspetti strutturali, cosa occorre per la valorizzazione architettonica di San Marco, lo stato degli affreschi. La partecipazione alla raccolta fondi è il segno di una comunità che collabora» dice Melappioni. Perché «San Marco – evidenzia il sindaco Fiordelmondo – è un bene che ha una funzione di comunità. E ringrazio chi amministra insieme a me perché questa è una iniziativa che va nella direzione di una programmazione, senza aspettare che si arrivi fino all’urgenza di dover intervenire».