JESI – Lo scrigno d’arte e storia della chiesa medievale di San Marco va preservato dal rischio di decadenza, il Comune lancia la raccolta fondi «per la progettazione del restauro della monumentale chiesa utilizzando la modalità del bonifico» con la modalità del crowdfunding. Se ne è parlato a Palazzo Bisaccioni, nel corso dell’incontro pubblico ospitato dalla Fondazione Carisj e organizzato dal settimanale diocesano Voce della Vallesina, la cui direttrice Beatrice Testadiferro ha coordinato l’appuntamento. Ospiti il sindaco di Jesi Lorenzo Fiordelmondo – San Marco è dal 1861 proprietà del Comune – e il vescovo don Gerardo Rocconi. Per il primo cittadino: «San Marco è un simbolo dove si mescolano identità cattolica e di comunità della nostra città». Per la guida della Diocesi jesina: «Un bene dal valore non solo religioso ma anche sociale». E dunque da salvare.
Nei mesi scorsi è stato più volte l’ex sindaco Vittorio Massaccesi a evidenziare le criticità di San Marco. A raccontarle al Palazzo Bisaccioni, è stata l’ingegnera Barbara Calcagni, dirigente dell’area lavori pubblici del Comune di Jesi: «Elementi sono caduti a seguito delle scosse sismiche del novembre 2022 e da allora sono conservati dalle Carmelitane del vicino convento. Delle infiltrazioni hanno lasciato segni importanti, c’è un problema di umidità di risalita mai risolto e di cui approfondire le cause, che ha provocato danneggiamenti agli affreschi. C’è la necessità di una manutenzione ordinaria del sistema di raccolta delle acque sul tetto». Spiega l’assessora ai lavori pubblici Valeria Melappioni: «Non una situazione di emergenza per cui San Marco va chiusa o messa in sicurezza dal punto di vista strutturale ma se non interveniamo in tempo con un progetto serio, all’emergenza non avremo antidoto. La raccolta fondi servirà a finanziare un progetto di restauro complessivo e la città sarà tenuta informata sulla cifra raccolta e sul procedere della progettazione».
Dopo i saluti di Paolo Morosetti presidente della Fondazione Carisj, la dottoressa Laura Barbacci ha descritto storia e tesori di San Marco.
Per la chiesa occorrono interventi di «alta complessità» e una specifica progettazione che consenta poi di ricercare le risorse con le quali intervenire, dunque una professionalità esterna in possesso di consolidata esperienza nel settore del restauro. Così ha rilevato la Giunta nel dare via libera alla raccolta. La copertura delle spese di incarico non è attualmente ricompresa negli stanziamenti di bilancio e «si rende opportuno – è la valutazione della amministrazione – fare appello alla cittadinanza attivando, a cura del Comune, una campagna di raccolta fondi, crowdfunding civico». Le ultime manutenzioni su San Marco hanno riguardo la ripulitura del paramento murario esterno e il restauro del manto di copertura e vennero effettuate, a cura del Comune, in occasione del Giubileo del 2000. Trascorso tutto questo tempo, «l’edificio religioso necessita di nuovi e importanti interventi manutentivi, a salvaguardia della struttura e dell’apparato pittorico» spiegano dal Comune. Una apposita sezione del sito web – ha ricordato il dirigente comunale Mauro Torelli -informerà la cittadinanza sull’andamento della raccolta.