JESI – Il Tar ha detto no anche alla seconda richiesta di sospensiva che la ditta che sta effettuando i lavori all’ex convento Giuseppine aveva avanzato contro lo stop al cantiere disposto dalla Soprintendenza da maggio scorso. E per la discussione del merito il tribunale ha ora dato appuntamento al 20 settembre del 2023.
Restano, almeno parzialmente, fermi i lavori per appartamenti privati e, al piano terra acquisito dal Comune, la casa famiglia dell’eredità Cesarini: l’alt riguarda la parte del cantiere in cui è coinvolta la navata destra di San Nicolò, su cui appoggiava il muro, oggi abbattuto, dell’adiacente convento.
Un primo ricorso era stato presentato dal Condominio Pergolesi (che riunisce i proprietari delle Giuseppine fra cui il Comune, che non aveva però conferito delega o procura a promuovere l’azione giudiziaria, nda) e la sospensiva era già stata negata. Il secondo straordinario era stato avanzato alla Presidenza della Repubblica, da parte della sola Apotema (società esecutrice dell’intervento, nda) direttamente interessata in quanto proprietaria della parte di immobile che appoggia a San Nicolò e per cui i lavori sono stati fermati. Ricorso portato poi avanti al Tar che ha ancora negato la sospensiva in attesa del pronunciamento sul merito.
A riguardo sono state Italia Nostra e Archeoclub a chiedere, con una lettera aperta al sindaco Lorenzo Fiordelmondo: «Che vuol fare il Comune sulla vicenda San Nicolò e ex Giuseppine? Il Comune è interessato sia perché ha rilasciato le concessioni edilizie sia perché è comproprietario di una parte delle ex Giuseppine ma non ha ancora esplicitato come intende procedere». Ricordano le due associazioni come il provvedimento della Sovrintendenza disponga «la conferma della sospensiva dei lavori di ristrutturazione della vecchia costruzione nella parte che riguardava la Chiesa; l’arretramento di 1,60 metri della nuova costruzione dalla Chiesa; la predisposizione di un progetto per il restauro del lato della Chiesa interessato dai lavori di ristrutturazione del vecchio edificio». Spiegano le due associazioni: «Italia Nostra sez. di Jesi e Archeoclub Jesi sono intervenute più volte a difesa del monumento nazionale, vanto della città, e hanno avuto la possibilità di esaminare la documentazione relativa al progetto. Da qui nasce questa nostra lettera. I nostri interventi non sono diretti a procurare dibattiti di parte o ricercare eventuali responsabilità. Agiamo unicamente per la tutela dei beni culturali italiani. Per questo chiediamo al Sindaco di far conoscere a tutti i cittadini jesini, interessati a tutelare i beni storici e artistici della città, le intenzioni dell’Amministrazione Comunale a risolvere questa annosa vicenda».