JESI – Firma del contratto entro ottobre e realizzazione dei necessari sbancamenti sul terreno di via Schweitzer prima di Natale. È la tempistica d’avvio per gli attesi lavori di costruzione della nuova sede della scuola Lorenzini. La vecchia – in viale Verdi- è stata abbandonata nel 2014, a seguito dei risultati delle verifiche sulla vulnerabilità sismica, e successivamente demolita. Ma, da allora, prima la ricerca delle risorse necessarie e poi la vicenda che intorno all’appalto si era aperta davanti alla giustizia amministrativa- conclusasi da qualche settimana – non hanno ancora permesso ad oggi di partire con il cantiere.
Dal 2014 intanto la scuola è ospitata in via provvisoria dall’ex seminario di via Lotto. Poche settimane fa, ribaltata quella che era stata in primo grado la sentenza del Tar delle Marche, il Consiglio di Stato ha dato ragione alla ditta – un’impresa torinese- che si era classificata terza al bando di un anno fa e che aveva presentato ricorso alla giustizia amministrativa. Quest’ultima ha respinto in primo grado ma accolto nel secondo l’istanza della società piemontese, alla quale – secondo il Consiglio di Stato- dunque andava e ora sarà assegnato l’appalto.
Gli uffici stanno procedendo alle verifiche di rito sulla documentazione che la ditta affidataria deve fornire in questi casi. Entro ottobre, appunto, la firma sul contratto. Poi la consegna del cantiere in mano alla ditta, che partirà entro la fine dell’anno dallo sbancamento del terreno di via Schweitzer. A quel punto saranno 900 i giorni di tempo a disposizione per realizzare e condurre a termine i lavori: un progetto da poco meno di 4 milioni di euro, a copertura dei quali l’amministrazione ha contratto un mutuo ma che conta anche su un risorse ministeriali per 1,7 milioni.
Nell’estate del 2019 l’appalto era risultato affidato ad una ditta di Forlì. È però arrivato il ricorso. Al centro dell’impugnazione da parte della ditta torinese, che era risultata terza classificata, il criterio seguito nel calcolare la soglia di anomalia. Alla base, aveva spiegato il sindaco Bacci nell’annunciare a suo tempo in Consiglio il ricorso, «l’interpretazione da dare delle norme del decreto cosiddetto “Sblocca cantieri”». Di qui lo stop, con la società ricorrente che non si è data per vinto dopo il primo “no” del Tar, ribaltato in secondo grado dal Consiglio di Stato. Ora si ripartirà, con la speranza di vedere la scuola completata per il 2023.