JESI – Anche alla filiale di via Pastore 13 si è scioperato questa mattina dalle 8 alle 10, partecipando in maniera massiccia e coesa alla protesta nazionale dei lavoratori, diretti e indiretti, della SDA il servizio dei corrieri espressi italiani. Erano circa una cinquantina stamane con striscioni e bandiere a rivendicare i loro diritti. La protesta nazionale è stata promossa da Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt. I lavoratori rivendicano con questo sciopero la mancata risoluzione da parte dell’azienda di una indennità di trasferta per i dipendenti e l’interruzione della trattativa per rendere uniformi le condizioni di lavoro. Inoltre, una voce di indignazione contro l’indifferenza manifestata da Sda nei confronti dei lavoratori in appalto visto che l’azienda ha rifiutato l’accordo di filiera proposto dai sindacati sull’internalizzazione graduale di tutti i processi produttivi della filiera (facchini e driver), compresi quelli in affidamento alle agenzie. «Eppure in tempo di pandemia con il nostro lavoro eravamo gli eroi di SDA», il commento amaro dei lavoratori.
«Le Segreterie nazionali di Filt Cgil, Fit Cisi, Ultrasporti, nonostante abbiano proposto fino all’ultimo soluzioni per costruire il primo accordo di filiera di SDA – si legge in una nota – prendono atto che SDA e Fedit non hanno, ad oggi nessuna intenzione di continuare nel percorso intrapreso ormai da due anni. SDA e Fedit usano come giustificazione i recenti fatti accaduti ad altre aziende del settore, ovvero quella di non poter fare accordi sindacali per i fornitori».
Dunque, in sede di trattativa i sindacati hanno proposto l’internalizzazione graduale di tutti i processi produttivi della filiera (facchini e driver), compresi, in particolare, quelli in affidamento alle Agenzie «nonché proseguire nella definizione dell’accordo sindacale per il suo inserimento nel capitolato di tutti gli appalti SDA del territorio nazionale, per poter dare nuovi e migliori trattamenti omogenei a tutti i lavoratori della intera filiera e contemporaneamente una qualificazione delle aziende appaltatrici insieme ad una loro riduzione numerica. Riteniamo inaccettabile – dicono ancora i sindacati – che si vogliano far pagare ai lavoratori, gli eroi della pandemia, coloro che con il proprio lavoro contribuiscono alle fortune di SDA e di Poste Italiane, le ambizioni dei dirigenti di Poste Italiane che, pur di farsi riconfermare, riempiono le casse aziendali e non redistribuiscono adeguatamente ai lavoratori. Inoltre, registriamo una mancanza assoluta di chiarezza e trasparenza sulle prospettive industriali delle alleanze commerciali e sulle acquisizioni di società nel Gruppo Poste Italiane e temiamo un ridimensionamento del ruolo di SDA all’interno del Gruppo magari applicando un altro contratto collettivo di lavoro che potrebbe fare dumping al Logistica, Trasporto merci e Spedizione. Tali comportamenti rischiano di compromettere la tenuta stessa del contratto nazionale».