JESI – Si chiama Jesi Sicura il progetto per tentare di arginare la movida “molesta”. «Non penalizziamo ancora un settore già in difficoltà, ma troviamo al più presto una soluzione condivisa». È questo il messaggio che sta alla base della proposta che Cna Jesi, condividendola con i vertici dell’associazione “Jesi Città da Vivere”, è pronta mettere in campo per trovare una soluzione concreta al problema delle attività serali e notturne a Jesi. L’ordinanza comunale del 24 settembre 2021, che ha imposto la chiusura agli esercizi di somministrazione di cibi e bevande alle ore 1.00 per tre weekend consecutivi, ha infatti creato non poche difficoltà alle attività di Jesi che ancora risentono delle conseguenze dell’emergenza sanitaria non ancora rientrata, destando preoccupazione sull’evoluzione di questa situazione.
Per questo CNA Jesi, a supporto delle attività del centro storico e in particolar modo dove si concentrano i principali momenti di aggregazione tanto quanto le criticità dovute a scorribande notturne, ha incontrato a titolo preliminare il portavoce dell’associazione “Jesi Città da vivere”, Marco Tombini al fine di proporre un progetto per consentire ai locali del centro di lavorare in serenità ma allo stesso tempo limitare i disagi ai residenti. Si chiama “Jesi Sicura” e nasce proprio dalla volontà di CNA di garantire sicurezza attraverso un servizio di vigilanza notturna privata da attivare nel centro storico, in collaborazione con la società Vedetta2 Mondialpol. Un progetto che l’Associazione ha già in essere da diverso tempo in altre città del territorio.
Un’ipotesi che troverebbe quindi il riscontro positivo dei locali stessi e che andrebbe incontro alla disponibilità dell’amministrazione Comunale nel valutare altre possibili soluzioni rispetto all’ordinanza restrittiva emessa e che CNA è pronta a presentare già al prossimo tavolo congiunto. Il presidente di CNA, Jesi Francesco Barchiesi ha giudicato molto positivo l’incontro con “Jesi Città da Vivere”, contraddistinto da forte spirito di collaborazione e sulla base del quale auspica una partecipazione importante al progetto oltre che il patrocinio del Comune di Jesi.
Soluzione che rientra anche fra le proposte dell’associazione che riunisce una ventina di imprenditori del settore.