JESI – Tutto Palazzo Pianetti, per la parte interessata dai musei civici, è dotato di allarme. Quando si è in orario di chiusura. Normale.
Il sistema sicurezza dei musei civici jesini non ha dovuto subire, fortunatamente, attacchi esterni tali da far preoccupare, ma l’ultimo episodio, quello del tentato furto ai danni della biglietteria, sabato scorso, 10 marzo, andato a vuoto per la presenza di spirito e la tenacia della dipendente comunale in servizio alla cassa che ha fatto fuggire il ladro a mani vuote, una questione la pone.
Va bene custodire il patrimonio artistico, ma chi custodisce il personale in caso di bisogno?
Ci sono quattro telecamere che puntano l’ingresso all’atrio, le rampe dello scalone – non tutte – compreso l’altro ingresso, quello al primo piano. Ma non quello al secondo.
Il museo archeologico è tenuto sotto controllo da altre otto telecamere di video sorveglianza. Le immagini sono riversate in due differenti schermi presenti sia in biglietteria che all’entrata del primo piano (qui manca la visuale sull’archeologico).
Considerati i “mala tempora currunt” sul fronte furti e furtarelli, in un momento nel quale chi delinque spesso, troppo spesso, non si ferma di fronte a nulla pur di arrivare anche a pochi spiccioli da rubare, il sistema sicurezza va potenziato.
In programma, da parte del Comune, c’è già la dotazione anche all’interno della bigletteria della video sorveglianza, attualmente assente e, probabilmente, visti i recenti fatti, ci sarà un’accelerazione nella predisposizione dell’occhio vigile.
Ma va anche detto che, in caso di una improvvisa emergenza durante il giorno o si ricorre al telefono o niente. Forse si potrebbe pensare a qualcosa di più in linea con la realtà, di cose e di uomini, che si è tenuti a preservare.