JESI – Nel caldo torrido di questi giorni di agosto che nel centro di Jesi si fa fornace, probabilmente la prima impressione di chi passa e ci fa caso è quella di un miraggio. Invece è realtà: sgomberato il cantiere del recupero delle Giuseppine, dove ora nasceranno residenze private ai piani superiori e al piano terra saranno ospitati servizi per la disabilità finanziati con l’eredità lasciata al Comune da Daniela Cesarini, si può ora liberamente accedere alla corte interna tra l’ex convento e di San Nicolò, passando dal varco creato col distacco dei due edifici sul lato destro della chiesa. E dalla corte le absidi di quello che è il più antico monumento di Jesi, non più nascoste dal secolare abbraccio delle Giuseppine, sono ora, parzialmente, visibili e ammirabili da tutti. Anche se chi si è battuto per anni perché San Nicolò e le sue absidi fossero finalmente e tutte intere “liberate”, non può esserne soddisfatto.
«Sono il reduce di una lunga battaglia che, purtroppo per la città, insieme ad altri ho perso – dice infatti l’ex sindaco Gabriele Fava, anima del Comitato che era sorto a riguardo – un insulto alla cultura millenaria del monumento, un obbrobrio dal punto di vista estetico. Titolo: quando gli interessi privati prevalgono su quello pubblico. Protagonisti, le amministrazioni Belcecchi e Bacci. Il grande assente, la Sovrintendenza». Con l’ultima variazione di bilancio intanto l’amministrazione comunale ha messo in conto 30mila euro di spesa per i lavori sulla cappellina dell’ex convento che consentiranno di aprire un secondo passaggio pubblico per accedere alla corte, sul lato di piazza Pergolesi.
Intanto i curiosi che si affacciano su quel lato di San Nicolò che è rimasto per più di un secolo nascosto alla vista possono scoprire e apprezzare dettagli di decorazioni e di vecchie aperture murate sconosciute ai più.
L’attuale amministrazione comunale, nell’annunciare la soluzione, aveva detto: «La chiesa di San Nicolò, gioiello architettonico del sec. XII, sarà architettonicamente autonoma rispetto all’edificio delle ex Giuseppine. La Giunta comunale ha infatti approvato definitivamente la variante al piano di recupero che si sostanzia proprio nell’eliminazione, rispetto al progetto originario, del corpo agganciato alla navata destra della chiesa. Non ci sarà dunque nessun tunnel come inizialmente previsto, ma un passaggio terra-cielo che permetterà di raggiungere la corte interna dell’edificio delle ex Giusepine, ad uso pubblico e pensata per consentirne una fruizione ottimale da parte di cittadini e turisti, da dove poter così ammirare le absidi medievali della chiesa di San Nicolò. Con l’approvazione definitiva della variante che contempla il nuovo progetto approvato dalla Soprintendenza, si supera dunque lo stop imposto dalla stessa che nella primavera 2022 aveva bloccato i lavori del cantiere proprio in prossimità del punto di contatto tra la chiesa e le ex Giuseppine .È stato questo il risultato di un lungo lavoro che ha visto l’Amministrazione comunale fortemente impegnata a favorire un percorso che potesse contemperare la piena valorizzazione della chiesa con il recupero di un edificio, qual è quello delle ex Giuseppine, che pure ha una forte valenza storica e la cui ristrutturazione – che diversamente sarebbe rimasta incompiuta – contribuisce a qualificare la stessa Piazza Pergolesi».