JESI – «Con tutto l’amore possibile per il jazz, il folclore e la festa del Prato, non può essere la tassa di soggiorno a finanziare tali iniziative». A sferrare l’attacco è Samuele Animali, consigliere di Jesi in Comune. L’esponente di opposizione contesta il provvedimento della Giunta, che ha indicato le manifestazioni a cui destinare i 25 mila euro di gettito previsto per il 2018 dall’imposta a carico di chi alloggia nelle strutture ricettive della città (leggi l’articolo).
«Il D.L. 23/2011 – sottolinea Animali – stabilisce che il gettito derivante dall’imposta di soggiorno deve “essere destinato a finanziare interventi in materia di turismo, manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali e dei relativi servizi pubblici locali”. Con tutto il rispetto, manifestazioni musicali e feste di quartiere non sono previste. Per giustificare l’istituzione dell’imposta nel rispetto della normativa si sarebbe potuto, solo per fare un esempio, destinarla a garantire anche nei mesi estivi l’orario di apertura dell’ufficio turistico, o delle biblioteche comunali. O ad assicurare il decoro dei bagni pubblici. O ancora, per cambiare totalmente genere, il recupero di beni culturali dimenticati come le fontane pubbliche o l’archivio storico degli uffici giudiziari, e così via».
Nulla, ovviamente, contro le iniziative finanziate dall’imposta. «In Consiglio – ricorda sempre Animali – non avevamo votato per l’istituzione dell’imposta di soggiorno, perché pare in controtendenza rispetto alla necessità di porre in essere politiche che, al contrario, incentivino il turismo. Ma quantomeno dovrebbe essere pienamente rispettata la legge. Con tutto l’amore possibile per il jazz, il folclore e la festa del Prato, che pure rappresentano esempi significativi di promozione della cultura in tutti i suoi aspetti, non possiamo certo definirli “interventi in materia di turismo” o di “recupero dei beni culturali”».