JESI – L’amministrazione conferma la tassa di soggiorno ma rivede le tariffe, non più collegate alla tipologia e categoria della struttura ricettiva ma al prezzo effettivamente pagato dagli ospiti per ciascun pernottamento. Costerà 1.50 euro per camere da 1 euro a 180 euro, e 2 euro al di sopra di questa cifra.
I comuni capoluogo di provincia, le unioni di comuni nonché i comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o città d’arte possono istituire, con deliberazione del consiglio, un’imposta di soggiorno a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive situate sul proprio territorio, da applicare, secondo criteri di gradualità in proporzione al prezzo, sino a 5 euro per notte di soggiorno. Il relativo gettito è destinato a finanziare interventi in materia di turismo, ivi compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, nonché interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali. Le Province ed i Comuni, recita ancora la legge, possono disciplinare con regolamento le proprie entrate, anche tributarie, salvo per quanto attiene alla individuazione e definizione delle fattispecie imponibili, dei soggetti passivi e della aliquota massima dei singoli tributi, nel rispetto delle esigenze di semplificazione degli adempimenti dei contribuenti.
Esentati dal pagamento i minori di 16 anni, coloro che assistono degenti ricoverati presso strutture sanitarie, per un massimo di un accompagnatore per paziente, i volontari appartenenti ad organismi riconosciuti che prestano servizio in occasione di calamità, i soggetti che alloggiano in strutture ricettive a seguito di provvedimenti adottati da autorità pubbliche, per fronteggiare situazioni di carattere sociale nonché di emergenza conseguenti ad eventi calamitosi o di natura straordinaria o per finalità di soccorso umanitario, gli studenti non residenti che frequentano istituti superiori o universitari situati nel territorio comunale.