JESI – «Nel suo testamento, Morosetti è stato molto chiaro e con vincoli molto stringenti: il lascito di due milioni è legato al fatto che, entro un anno a partire dalla registrazione del documento effettuata lo scorso 22 luglio, la fontana con obelisco sia di nuovo in Piazza della Repubblica, allacciata all’acquedotto e con l’impianto idraulico in funzione. Altrimenti, alla scadenza i due milioni andranno a tre realtà benefiche e di assistenza». Lo spiega il sindaco Massimo Bacci, relativamente al lascito di due milioni di euro al Comune di Jesi disposto dal vignettista e umorista Cassio Morosetti, scomparso a Milano lo scorso marzo all’età di 97 anni.
Sarebbero Caritas, Pane Quotidiano di Milano e Lega del Filo d’Oro le tre realtà del terzo settore fra le quali andranno divisi in parti eguali i due milioni di euro nel caso in cui, alla scadenza, il trasloco del monumento tanto sognato da Morosetti non dovesse essersi concretizzato a tutti gli effetti.
I tempi sono stretti e di qui al 22 luglio 2021 è davvero difficile pensare che si riesca a mettere in moto e portare a conclusione tutto il complesso percorso necessario.
«Intanto- dice Bacci- c’è un progetto di rifacimento di Piazza della Repubblica che era già stato approvato dagli organi competenti e che andrebbe rivisto e modificato. E poi bisognerebbe di nuovo passare per tutto l’iter delle autorizzazioni, a partire da quelle della Soprintendenza. Quindi, esauriti quelli di progettazione, i tempi per l’appalto, comprensivi del rifacimento anche dei sottoservizi della Piazza, a partire proprio dall’acquedotto. Credo sia comunque necessario provare a discuterne, valutare l’opportunità e aprire un confronto».
La fontana obelisco è opera del 1844-45 dell’architetto jesino Raffaele Grilli, sono di Luigi Amici le figure di leoni e delfini che la decorano. In Piazza della Repubblica è rimasta fino al 1949, quando l’amministrazione del sindaco della Liberazione e ricostruzione, Pacifico Carotti, ne decretò il trasloco nell’attuale Piazza Federico II anche per fare spazio, in un centro ancora di libero passaggio per i pochi veicoli, a corriere e autobus che al cospetto del Teatro Pergolesi avevano la propria stazione.
Dall’opposizione c’è intanto Jesi in Comune che chiede di pensarci bene: «Per valutare il merito dobbiamo attendere conferme o informazioni più precise. Sul metodo riteniamo opportuno, sin da subito, sottolineare come eventuali scelte come quelle di ridisegnare e ridefinire le maggiori piazze jesine, restino in capo a coloro che sono stati democraticamente eletti a tale scopo, con il dovuto e previo confronto con la città. Non possono essere demandate ad un singolo privato, perché molto facoltoso e generoso. Ci auguriamo quindi che su questa vicenda si apra un percorso aperto e partecipativo con tutti e tutte, senza farsi guidare da un’inutile fretta».