Jesi-Fabriano

Jesi: tributi locali azzerati, bilancio comunale in sofferenza

L'emergenza Coronavirus si sta ripercuotendo pesantemente sulle casse municipali. L'amministrazione Bacci attende notizie da Regione e Governo sui necessari trasferimenti

Veduta di Jesi dal campanile del Duomo

JESI – Non solo emergenza sanitaria. Il Coronavirus sta mettendo a durissima prova anche i bilanci comunali. Gli introiti derivanti dai tributi locali sono praticamente azzerati, come quelli dei servizi in attivo – i parcheggi a pagamento, ad esempio – in cui le entrate sono maggiori delle spese. Vi sono ancora poche certezze sul sostegno del governo e, per il momento, l’unica cosa fattibile è monitorare costantemente le varie voci di spesa.

La giunta Bacci ha già dato mandato ai dirigenti di controllare attentamente il bilancio. «L’emergenza epidemiologica da Covid-19 ha avuto e avrà dal punto di vistaeconomico – finanziario un impatto notevole sul bilancio comunale, riducendo le entrate correnti e modificando le spese da sostenere», ha proprio evidenziato l’Esecutivo.

«Gli effetti potrebbero essere molto pesanti – spiega il sindaco Massimo Bacci -. Consideriamo solo i mancati gettiti dei parcheggi, delle affissioni, della tassa rifiuti per le aziende, dell’addizionale Irpef, degli oneri di urbanizzazione. Ora dovremo capire quali e quanti saranno i trasferimenti statali. Abbiamo un programma di mandato che vorremmo rispettare, con risorse già destinate per, ad esempio, le manutenzioni stradali, la riqualificazione di Corso Matteotti, la realizzazione del centro Alzheimer. Mi auguro che i Comuni vengano tutelati a dovere altrimenti rischiamo di perdere molte risorse».

Ai coordinatori dei vari servizi si chiede in particolare «di verificare e quantificare le eventuali minori entrate correnti, di natura tributaria e patrimoniale, dovute alla sospensione delle attività produttive ed alle restrizioni relative alla circolazione delle persone, i possibili eventuali risparmi di spesa corrente derivanti dalla mancata esecuzione di attività non necessarie e facoltative e non connesse all’effettuazione di servizi indispensabili e, infine, gli incrementi di spesa dovuti alle attività ed alle funzioni espletate nella fase di emergenza (es. acquisto di dispositivi di protezione individuale, sanificazione degli ambienti, acquisto di materiali per l’igiene delle persone, ecc)».