Jesi-Fabriano

Politica a costo zero, il parere dei sindaci

Abbiamo chiesto ad alcuni amministratori della Vallesina cosa ne pensano della scelta della Giunta di Monsano di rinunciare alle indennità di funzione. Ecco cosa ci hanno detto

Sindaco (foto da Wikipedia)
Sindaco (foto da Wikipedia)

JESI – «Tutti abbiamo un altro lavoro e abbiamo ritenuto importante dare questo segnale. La consideriamo una buona pratica e la porteremo avanti fino al termine del mandato». Con queste parole, Roberto Campelli, sindaco di Monsano, ha motivato la decisione di rinunciare all’indennità mensile che gli spetta per destinarla a un fondo sociale. Nel suo borgo, insomma, si governa a costo zero. Ma è una strada percorribile? Lo abbiamo chiesto ad alcuni suoi colleghi.

Il sindaco Massimo Bacci con la fascia tricolore

«Ho grandissima stima di Roberto, una persona capace e onesta, in grado di svolgere ottimamente questo ruolo – è il commento del sindaco di Jesi, Massimo Bacci -. Rispetto ovviamente le sue scelte, ma non condivido del tutto questa filosofia. Un sindaco impiega buona parte della sua settimana lavorativa all’interno del Comune, le responsabilità sono enormi. Resto del parere che, proprio per l’impegno e le rinunce che questo incarico richiede, la remunerazione sia imprescindibile. Altrimenti potrebbero permetterselo solo i ricchi. Sarei però più severo contro chi commette illeciti in mala fede mentre ricopre cariche pubbliche».

Il sindaco di Monte San Vito Sabrina Sartini

«Quando si amministrano realtà di una certa dimensione e con servizi da erogare ai cittadini, chi amministra deve dedicare quotidianamente il proprio tempo – osserva anche Sabrina Sartini, sindaco di Monte San Vito -. Tempo che deve essere necessariamente sottratto al proprio lavoro. A ciò consegue che se si affermasse il principio della politica a costo zero alle cariche pubbliche potrebbero candidarsi solo i ricchi o i dipendenti pubblici che possono godere di permessi retribuiti. Altra cosa è invece l’ammontare dell’indennità che deve essere etica, pur tenendo conto che un Sindaco risponde personalmente e col proprio patrimonio personale degli atti di tutto il Comune. A Monte San Vito l’indennità netta di un Assessore è di circa 300 euro mensili mentre il Sindaco percepisce una indennità netta che è quasi la meta di quella di un dirigente comunale ed è più o meno pari a quella dell’usciere del Comune stesso. Sindaco e Assessori non percepiscono alcun tipo di rimborso spese per viaggi o missioni, né per le proprie auto, e pagano di tasca loro l’assicurazione per le funzioni. Somme queste da detrarre dal compenso».

Alfredo Cesarini, sindaco di Santa Maria Nuova
Alfredo Cesarini, sindaco di Santa Maria Nuova

«Cosa penso della politica a costo zero? È come chiedere ad un imprenditore cosa pensa di un operaio che va a lavorare ed a fine mese non vuole lo stipendio – è il parere di Alfredo Cesarini, sindaco di Santa Maria Nuova -. Penso sia una trovata come un’altra: far credere che fare il sindaco sia come fare una passeggiata, o forse lasciar credere che equivale a fare il missionario. Io non conosco le motivazioni per cui la giunta Campelli di Monsano abbia deciso di rinunciare alle indennità. Rispetto chiaramente la scelta. La nostra giunta è composta da tre liberi professionisti (io compreso) e due lavoratori dipendenti ed ha deciso di prendere quanto gli spetta perché si tratta letteralmente di “due soldi”, che non bastano neppure per pagare le spese che sosteniamo per adempiere i nostri impegni di amministratori. Se si considera che io, Sindaco, al netto delle imposte, prendo circa 25 euro al giorno di indennità e un assessore 2 euro, ci rendiamo conto di cosa stiamo parlando? Personalmente sto in Comune minimo 2 ore al giorno, tutti i giorni, e 5 ore il mercoledì, senza considerare le chiamate e gli adempimenti fuori da questi orari e le diverse riunioni settimanali presso i vari Enti alle quali mi reco (e si recano gli assessori) con la mia (e loro) macchina, senza alcun rimborso. Senza considerare che spesso ci capita di pagare i manifesti per le varie ricorrenze e altre piccole cose perché non ci sono soldi sufficienti nei capitoli. Non credo, fra l’altro, che i cittadini chiedano una politica a costo zero, se questa vuole essere la questione di fondo, ma una politica onesta fatta seriamente con un compenso equo e adeguato alle funzioni, e quello degli amministratori dei piccoli Comuni come il nostro non è equo perché non adeguato all’impegno e alla responsabilità che ci si assume. Le responsabilità di un amministratore, e di un sindaco in modo particolare, sono tantissime (anche penali) e quindi penso che chi si impegna per il bene dei concittadini non credo debba farlo gratuitamente. L’intero costo di un anno della politica che un Comune, come Santa Maria Nuova, sostiene per le indennità di tutti gli amministratori – quantifica sempre Cesarini – è inferiore a tre mensilità di quello di un parlamentare e 4 mensilità di un assessore regionale. Questo parametro penso possa meglio far capire di cosa stiamo parlando. Fare l’amministratore senza compenso equivale a sminuire il ruolo e la funzione che si ricopre e quindi non condivido quella scelta».

Il sindaco di Maiolati Spontini, Umberto Domizioli
Il sindaco di Maiolati Spontini, Umberto Domizioli

Dello stesso avviso Umberto Domizioli, sindaco di Maiolati Spontini: «Noi ci siamo autoridotti il compenso perché è naturale dare un piccolo contributo in situazioni di difficoltà. Ma va sempre mantenuto un giusto equilibrio, le responsabilità da assumere quando si sta in una Giunta, e in generale in politica, sono notevoli. E non può essere fatto gratis. Altrimenti certi ruoli sarebbero appannaggio solo dei “francescani”, o dei ricchi. Insomma, di coloro che possono permetterselo. Ovviamente non ho nulla contro chi compie queste scelte, ma credo personalmente che l’attività politica, se fatta in modo corretto e trasparente, debba essere retribuita».