JESI – «Io sono fatto così. Magari potrò risultare antipatico per qualcuno (ma l’espressione è più colorita, nda) ma prima di tutto sincero. Oggi qui è un via vai continuo di gente che passa apposta per salutarci. C’è chi è venuto da fuori Jesi, chi magari va a metano e non si vedeva da tempo. Se mi sto commuovendo? Sinceramente, un po’ sì». Parola di Luciano Montesi, per antonomasia “il benzinaio” di via Roma, oggi 30 novembre insieme al socio di sempre Massimo Bellagamba all’ultimo giorno di lavoro.
Da domani 1 dicembre entrambi, dopo oltre venticinque anni di attività in società, saranno alla meritata pensione. Proseguirà con un altro gestore la storia di un distributore che, crocevia all’ingresso e uscita di Jesi verso il resto della Vallesina, è diventato dal 1993 ad oggi, con le due personalità di Massimo e Luciano sempre sul campo, qualcosa di più. Un punto di ritrovo e di riferimento, dove professionalità e cortesia facevano il paio con chiacchiere fra amici e risate. Un “forum” pubblico di discussione, su tutto e su tutti: la politica e la vita della città ma anche e soprattutto lo sport. Con vita, morte e miracoli in particolare dell’Aurora Basket e della Jesina sviscerate, raccontate, rivelate a modo suo dalla verve di Luciano. Non senza veri e propri “scoop” nati “da Lucià, ‘l benzinaro giù via Roma”.
«Di rapporti speciali e anche d’amicizia, con personaggi più o meno noti, ce ne sono stati tanti in questi anni- racconta Luciano- su tutti però quello col mio socio Massimo. Venticinque anni e mezzo non sono pochi e non è che in tutto questo tempo l’abbiamo sempre vista allo stesso modo. Ma non saremmo riusciti mai ad andare avanti l’uno senza l’altro, ci completiamo. E siamo arrivati a questo traguardo».
Un traguardo salutato da tanti con affetto. Di persona, passando in via Roma. «È venuto appositamente da casa anche Emanuele Lodolini (già onorevole Pd)- racconta Luciano- ma la gente che sta arrivando è davvero tanta». Sia sui social, dove Montesi ha scritto: «Quello odierno sarà per me ufficialmente l’ultimo giorno di lavoro. Prima di pensare a come impegnare al meglio la pensione vorrei approfittare per salutare affettuosamente tutte le persone che ho avuto modo di incontrare e conoscere, avendole come clienti in questi 25 anni passati in “mezzo” alla strada. Di ciascuno conserverò un piacevole ricordo, molte le ho viste crescere, con altre ho sviluppato piacevoli rapporti di amicizia. Da domani inizierà per me una nuova vita, seguirò la lavanderia di mia figlia, farò il nonno a tempo pieno e mi concederò qualche viaggetto per scoprire il mondo ed allargare i miei orizzonti. Ciò non mi impedirà di essere presente sia allo stadio che al palazzetto, quindi chi pensava di liberarsi di me rimarrà deluso. Vorrà dire che potrò continuare a ricoprire il ruolo di “guastatore” e di “libero pensatore” che mi è consono, dispensando qualche consiglio ad allenatori e dirigenti di calcio e basket. Il nuovo punto di ritrovo, per chi vorrà approfittare magari di qualche ripetizione gratuita, sarà la lavanderia di mia figlia. Un caro saluto a tutti!».
Il nuovo punto di ritrovo per discutere a ruota libera e, specie in campo sportivo, ascoltare con attenzione, è fissato. Nel vecchio invece in tanti sono transitati, popolari personaggi nazionali e cittadini. «Giancarlo Antognoni, Moreno Torricelli, Dario Bonetti, Leonardo Semplici, Barbara Chiappini, Stefano Tacconi sono passati da noi negli anni- dice Luciano- quanto al “nostro” sport, un rapporto speciale si è venuto nel tempo a creare con Marino Recchi e poi col figlio Pietro. Con Claudio Ceppi a ogni suo passaggio si ricorda qualche episodio degli anni migliori della Jesina. Steve Carney è un amico che ora viene anche in lavanderia. Ma anche amici e rivali del calcio amatoriale: con Elio Corinaldesi, spesso avversario, erano scintille a ogni incrocio sul campo ma poi anche lui è stato cliente».
Un’ultima rivelazione però va chiesta: ma è vero che gli acquisti in anteprima dell’Aurora Basket targata Sicc si venivano a sapere prima di tutti gli altri in via Roma rivelati da patron Alfiero Latini, che faceva benzina di passaggio tornando verso casa? «No, no- ride Luciano- non era Latini ma un altro. Diciamo un “uccellino estero”!».