JESI – Carta nel contenitore dell’indifferenziato, vetro nella plastica. E se non c’è spazio, nessun problema: i rifiuti si lasciano a terra. Compresi i mobili di casa e gli elettrodomestici. È la situazione a cui si assiste quasi quotidianamente in via Tabano, lungo la strada di campagna che dal palazzetto dello sport conduce verso le zone di Montesecco, Montecappone e del piccolo cimitero cittadino. La società pubblica Jesiservizi, non potendo effettuare il “porta a porta” in un’area dove è complicato transitare con i mezzi di igiene urbana, ha posizionato alcuni cassonetti, di colore diverso, per dare la possibilità ai residenti di conferirvi i rifiuti, differenziandoli in base ai materiali. Ma questo non sempre accade.
Non è raro infatti trovare il cassonetto dell’indifferenziato stracolmo, con all’interno plastica, carta e bottiglie di vetro. Ma c’è anche di peggio: quando non vi è spazio, il senso civico consiglierebbe di recarsi al centro ambiente del Campo Boario per lasciare la spazzatura, oppure – la soluzione più “drastica” – di riportarla a casa per tornare magari appena i contenitori sono stati svuotati. Purtroppo, però, vi è una terza via, praticata nella maggior parte dei casi e completamente in antitesi con il senso civico: abbandonare buste stracolme, o altro materiale, a terra, vicino ai cassonetti, compresa la carta. Inutile evidenziare cosa succede in zona quando c’è maltempo e tira vento.
«È indecente e irrispettoso vedere questa incuria, sia per chi si impegna a fare la raccolta differenziata a casa, che soprattutto per gli operatori che poi devono raccogliere a terra, sulla carreggiata, e persino sul campo, i rifiuti – commenta una giovane residente del quartiere periferico -. Viene abbandonato di tutto, persino i mobili. E sono diverse le auto che arrivano dalla zona del palazzetto, lasciano la propria spazzatura, e fanno inversione, a conferma che questi cassonetti vengono utilizzati pure da chi non ne avrebbe diritto. Una volta c’erano le fototrappole, mi auguro che la Jesiservizi provveda a rimettercele».
Per arginare i furbetti dei rifiuti, l’amministrazione ha acquistato delle telecamere di sorveglianza chiamate tecnicamente “fototrappole”. Tali dispositivi vengono nascosti fra la vegetazione e si attivano solo nel momento in cui visualizzano movimenti. In tempo reale, quindi, inviano fotogrammi a mail e numeri di telefono pre-impostati e registrano il relativo video. Non si esclude, insomma, che l’occhio elettronico possa essere di nuovo piazzato in via Tabano.
Altro problema poco più su, all’altezza della comunità Soteria, dove vi è un cassonetto verde che, invece di essere utilizzato per gli sfalci, funge ancora, per qualcuno, da contenitore dei rifiuti domestici. Quello grigio situato nelle vicinanze, invece, è sovente utilizzato dai non residenti che transitano nella via principale a pochi metri.
La mancata raccolta differenziata di alcuni cittadini – questo è importante sottolinearlo – viene pagata da tutti i cittadini, perché portare la spazzatura in discarica ha un costo, a differenza del riciclo (che produce un guadagno). Per fare un esempio: un pacchetto di sigarette gettato a terra costa tempo per raccoglierlo, perché Jesiservizi deve impiegare operatori che potrebbero occuparsi di altro, e costa soldi perché finisce nell’indifferenziato, dunque alla Cornacchia di Maiolati Spontini. Basterebbe portarselo a casa, quel pacchetto vuoto, separare plastica e carta, e diventerebbe un guadagno, perché i materiali sarebbero venduti ai consorzi di recupero. La Tari (tassa rifiuti) non può essere infatti stabilita a discrezione del Municipio, ma è legata per legge al costo complessivo del servizio. L’equazione, pertanto, è semplice: più aumenta la spesa del Comune, più aumenta la tassazione.