JESI – Una “strada scolastica”, sperimentata con la chiusura temporanea a scopo dimostrativo del tratto di viale Verdi all’altezza del Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci”, fra da un lato l’incrocio con via Solazzi e dall’altro la rotatoria all’incrocio coi viali King e Papa Giovanni XXIIII. Su idea e iniziativa degli stessi studenti e studentesse dello Scientifico e con la partecipazione anche dei più giovani “colleghi” delle vicine primarie Cappannini e Collodi, il test è stato affrontato oggi 1 giugno da istituzioni scolastiche e Comune. Anche se, a riguardo, non erano mancate polemiche e critiche dalla politica.
Di «esperienza bellissima» parla la dirigente scolastica del da Vinci, Fabiola Fabbri: «Mi hanno colpito molto le sensazioni prima del silenzio, al momento della chiusura al traffico della strada (intorno alle 11, nda), poi della gioia nelle voci di ragazzi e bambini nel giocare insieme in una sede nuova come appunto la strada. Una prova importante e da replicare. Anche per l’esempio di collaborazione e sinergia che ha dato fra scuole, Comune, realtà come Croce Rossa e associazione carabinieri in congedo». Per la dirigente del Comprensivo “San Francesco” Lidia Prosperi, a portare il saluto è stata Nadia Luchetti: «I ragazzi stanno vivendo con piacere una esperienza diversa, che abbiamo immediatamente accolto».
Il tutto è nato da un lavoro di ricerca sul tema “Nuovi spazi della città da tornare a vivere”, effettuato da alcune alunne dello Scientifico. Il successivo accordo con l’Amministrazione comunale ha prodotto l’iniziativa della chiusura. Una mostra, elaborata nella scuola, è stata allestita su supporti cartacei e video, per rendere chiaro il percorso di ricerca effettuato durante l’anno scolastico. Gli studenti hanno animato giochi ed attività di gruppo nel tratto di strada «liberato dalle automobili e restituito a bambini e ragazzi liberi di spostarsi tra le varie aree scolastiche e le aree verdi. Un momento d’incontro con cittadini, genitori, insegnanti, bambini e ragazzi che quotidianamente frequentano l’ampia area, purtroppo frammentata da strade trafficate». E d’altro canto, aveva spiegato la scuola: «Chiudere temporaneamente a scopo dimostrativo un tratto di strada e restituirlo, in sicurezza, agli studenti significa creare nuovi spazi di socializzazione, d’incontro e di gioco, significa mostrare a tutti i cittadini un modo alternativo e sostenibile di vivere la città. Occorre affrontare in modo alternativo il tema della mobilità nelle nostre città come già si sperimenta in alcuni ambiti urbani d’Italia e d’Europa».
Rivela il professor Fabrizio Angelelli: «Uno spunto importante l’ha fornito ai ragazzi ascoltare la testimonianza di Marco Scarponi e i sentimenti di chi, sulla strada, ha perso un fratello».
A portare il saluto dell’amministrazione, presenti i consiglieri comunali Claudio Cardinali e Filippo Cingolani, gli assessori all’educazione Emanuela Marguccio e all’ambiente Alessandro Tesei. Per Marguccio: «La proposta giunta dalla scuola l’abbiamo subito accettata, ci piacerebbe avere una “strada scolastica”. Questa è una iniziativa di sensibilizzazione da cui si parte». Per Tesei: «Un bel momento di condivisione che parte dalla volontà degli studenti. Si dice sempre di voler ascoltare i giovani, questo evento lo ha fatto e in una direzione che condividiamo. Sarebbe importante sensibilizzare quanti hanno la propria scuola ad appena un quarto d’ora di passeggiata a raggiungerla, naturalmente in sicurezza, a piedi invece che accompagnati in auto».
Da Maurizio Mattioni, di Matt che ha sostenuto l’evento, il saluto: «Siamo vicini alla scuola per motivi non solo professionali, importante ogni occasione che ci porta a rivivere pienamente, dopo il covid, la nostra città».
Strada scolastica, l’attacco di FdI
Contro l’iniziativa, chiedendo di fermarla, si era espresso per Fratelli d’Italia Antonio Grassetti: «Ancora inciampi sulle nostre strade per un’ennesima iniziativa sperimentale. In un momento sensibile per il traffico che deve sopportare una serie di inciampi dovuti ai lavori di ricostruzione dei ponti e contemporanee, irrazionali “zone 30” in vie di comunicazione importanti, di sicuro non ci mancava questa nuova iniziativa, del tutto contraria alla naturale esigenza di fluidità del traffico». Secondo Grassetti: «Non si vuol capire che le strade asfaltate, possibilmente depurate dalle troppe buche, hanno lo scopo di consentire lo scorrimento dei veicoli, essenziale per vita quotidiana, relazioni sociali e economia della città. Spazi all’aperto per attività ludiche o culturali vanno individuate in luoghi naturalmente a queste deputati, quali giardini e parchi».