JESI – Una struttura destinata al turismo lento, esperenziale, pedestre, cliclo-amatoriale, legato alla natura, alla scoperta dell’entroterra marchigiano, delle sue eccellenze enogastronomiche e artistiche. Un turismo consapevole. Su questo ambizioso progetto lavora SpaziOstello, realtà di più associazioni, che si è formata proprio con l’intento di realizzare a Villa Borgognoni una struttura turistica e culturale.
«Viviamo questo impegno in maniera passionale, ci mettiamo il cuore, per questo la mozione bocciata martedì scorso (24 luglio, leggi l’articolo) in consiglio comunale ci è sembrata una presa in giro da parte di chi consce benissimo il nostro impegno» spiegano Emanuela Bartolini, Rosa Catera, Consuelo Paris, Chiara Bizzarri, Paola Sabbatini e Giancarla Gianfelici che fanno parte di SpaziOstello.
Quale è stato l’impegno in questi anni?
«Tante le inesattezze che sono state dette da alcuni esponenti della maggioranza in consiglio comunale – precisano – In questi anni abbiamo preso contatti con il Comune di Fabriano e le Grotte di Frasassi, con Cupra Accoglie, con l’Istituto Cuppari per collaborare con l’indirizzo per l’impresa turistica, con realtà locali e nazionali che si occupano di turismo. Siamo andate a Bologna, il Sindaco Bacci non è riuscito a raggiungerci, dove abbiamo conosciuto nei dettagli la realtà delle Serre Regina Margherita (bene comune che il Comune di Bologna, in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, società private, cooperative e associazioni ha aperto alla cittadinanza e che impiega 35 persone, ndr). Noi abbiamo lavorato due anni per verificare la fattibilità di avviare una struttura culturale e ricettiva a Villa Borgognoni. E abbiamo fatto un favore all’amministrazione per aver tenuto aperta la Villa, evitandone il degrado. Dovevamo tenere aperto fino al bando, noi gli accordi li abbiamo sempre mantenuti».
SpaziOstello non chiuderà e porterà avanti il suo progetto
«Non abbiamo bisogno di una sede (nessuna delle associazioni di SpaziOstello ha sede a Villa Borgognoni, ndr) e non è nostra intenzione gestire l’ostello, per questo è assurdo che ci chiedano un business plan: noi non possiamo stabilire come si spendono i soldi del Comune – continuano – Questo lo avevamo chiarito anche in commissione (leggi l’articolo). Adesso era il momento di partire con un piano particolareggiato per il progetto dell’ostello, che in parte avevamo già fatto e si doveva iniziare a reperire fondi: il Cuppari si sarebbe messo a disposizione per sviluppare e creare presupposti per start-up innovative e imprese cooperative giovanili di gestione turistica su modelli già sviluppati all’estero, economicamente sostenibili e che valorizzino la vocazione del territorio».
Perché l’ostello in passato non ha funzionato?
«In una prima fase era gestito dal Ctg, un’associazione che non faceva pubblicità, che teneva aperta la Villa alla città una volta all’anno. Quando è toccato alla cooperativa Zanzibar l’immobile era di Progetto Jesi e stipulava accordi di sei mesi in sei mesi: come si fa a organizzare una struttura turistica, a investire, se non puoi prendere le prenotazioni per la stagione successiva, perché non sai se il contratto si farà o no? In questi anni ci sono arrivate una cinquantina di richieste di pernottamento e tantissime realtà sovralocali ci hanno chiesto di inserire la Villa nel loro circuito di strutture ricettive. Delle tantissime iniziative fatte a Villa Borgogoni e anche alla Riserva di Ripa Bianca, molte persone avrebbero pernottato. Sappiamo che servono fondi, noi la disponibilità per portare avanti il progetto l’abbiamo messa».
In consiglio oltre ad una risoluzione votata dalla maggioranza, si è parlato di un tavolo di lavoro. Parteciperete?
«Certo. Sono due anni che facciamo il tavolo, abbiamo anche invitato gli esponenti della Giunta ma nessuno è mai venuto. Da parte nostra c’è la massima collaborazione: è l’Asp che ci ha negato un incontro, è il Comune a non essere chiaro sulle alternative valutate per gli uffici dell’Asp. Porte chiuse anche quando abbiamo chiesto un angolo del giardino. Questa amministrazione non ha un progetto politico sul futuro della Villa, basti pensare che in consiglio l’assessore al turismo ha taciuto».
Altra obiezione emersa: realizzare l’ostello è un investimento economico importante.
«Per un progetto come quello che abbiamo studiato i fondi si trovano, basta guardarsi intorno e soprattutto volerlo. Quello che non ci è chiaro è perché al Museo Stupor Mundi, il Comune paga di tasca sua l’affitto dei locali ma gli introiti se li prende la Fondazione Stupor Mundi, mentre per Villa Borgognoni che è del Comune e all’Ente andrebbero gli introiti, oltre alla possibilità concreta di creare posti di lavoro nel territorio, la risposta è no».