Jesi-Fabriano

Violenza maschile sulle donne, a Jesi 41 richieste in undici mesi

Il fenomeno sta assumendo dimensioni importanti anche a Jesi. Paola Moreschi del Centro Antiviolenza spiega: «Nella maggior parte dei casi sono mariti, fidanzati a conviventi ad essere violenti»

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Tante le associazioni che hanno organizzato la manifestazione con il contributo del Liceo Artistico Mannucci

JESI – Tre giornate di eventi per sensibilizzare la collettività in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Fidapa, Non una di meno Jesi, La strada di Sergio, SpaziOstello, Udi Jesi, il Comitato Abitanti Centro Storico, Ya basta, la Casa delle donne e il Liceo Artistico Mannucci hanno organizzato un programma molto ricco che prenderà il via venerdì 23 novembre, proseguirà sabato 24 e si chiuderà il 25 novembre prossimo. «Diversi e importanti i messaggi che ci sono dietro queste iniziative – fa sapere l’assessora Marisa Campanelli – Ci sono incontri e conferenze per sensibilizzare sulle tematiche riconducibili alla violenza contro le donne ma anche un messaggio visivo con le scarpe rosse, segnale di contrasto alla violenza, che verranno appese in Piazza della Repubblica. Forte l’impatto che avrà sulla cittadinanza, anche grazie all’impegno del Liceo Mannucci. Ritengo importante che si rafforzi questa rete di istituzioni, scuola, famiglia e associazionismo per contrastare un fenomeno che sta prendendo dimensioni enormi e preoccupanti».

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Il programma nel dettaglio

I dati della violenza maschile sulle donne sono allarmanti nella regione Marche: nel 2017 sono state 409 le donne che nella regione si sono rivolte ad un centro antiviolenza, di queste 270 sono state prese in carico e assistite. Per il 60% si tratta di donne italiane, mentre il restante 40% è di origine straniera. Nel 56% dei casi sono stati uomini conviventi, mariti, fidanzati, ad esercitare violenza. La situazione è preoccupante anche a Jesi dove fino a ieri sono state 41 le donne che hanno richiesto assistenza al centro antiviolenza: «L’80% di loro ha preso contatti per telefono – ha fatto sapere Paola Moreschi del Centro Antiviolenza – l’altro 20% è arrivato tramite forze dell’ordine e servizi sociali. Solo nel 10% dei casi a fare violenza è un ex partner, e nel 5% una persona nota o un amico, nella maggior parte dei casi si tratta di mariti, fidanzati e conviventi violenti. Facciamo sempre più difficoltà a gestire il fenomeno, in aumento, e con connotazioni sempre diverse».

violenza donne jesi«In quest’ottica ci preoccupa non poco il Decreto Pillon (sull’affido condiviso, ndr) – ha aggiunto Emanuela Bartolini di Non una di meno Jesi – È un rischio per quelle donne che vogliono mettere fine ad una relazione violenta». Tra gli eventi in programma si segnala la presenza di un banchetto in Piazza della Repubblica, venerdì 23 dalle 16, per la colorazione delle scarpe rosse. Sabato 24  l’appuntamento è sempre in Piazza della Repubblica alle 16 e poi alle 17.30 a Palazzo della Signoria per la presentazione del libro Come se tu non fossi femmina di Annalisa Monfreda a cura di Fidapa: «In Italia viene uccisa una donna ogni due giorni, la violenza sulle donne è una sconfitta per tutti» ha aggiunto Francesca Pentericci per Fidapa Jesi. In serata la piazza sarà animata da un flash mob a cura della palestra Linea Club di Carla Giacani.

Domenica l’appuntamento è dalle 10 in Piazza della Repubblica e poi, ore 16, alla panchina rossa di Piazzale Sansovino con il Comitato Abitanti del centro Storico: «Leggeremo poesie e parole d’amore – ha aggiunto Emanuela Coltorti per il Comitato -. Abbiamo invitato le scuole e chiediamo a chiunque voglia partecipare di contattarci (centrostoricodijesi@gmail.com)». Il comune di Jesi ha patrocinato l’evento che si realizza anche grazie alla collaborazione di studenti e docenti del Liceo Mannucci di Jesi: «Devo ringraziare i ragazzi delle terze classi e le docenti Giuliana Pallotto e Federica Toppan» ha ricordato il professor Massimo Ippoliti che ha realizzato delle scarpe grazie alla donazione da parte dello Scatolificio Lucarini di Cupramontana. Le scarpe una volta colorate di rosso saranno sistemate nel centro della città e poi appese al balcone del Comune.